“La notizia della rinuncia di Rocco Cattaneo alla presidenza del Plrt è giunta come un fulmine a ciel sereno. Al termine cioè di un discorso nel quale l’interessato aveva ribadito la linea politica seguita negli ultimi anni, rivendicandone la validità. Tutto lasciava quindi prevedere che egli intendesse sollecitare un secondo mandato, tanto più che il progetto di nuovo settimanale “di area”, che dovrebbe consentire al partito di risolvere l’annoso “problema di comunicazione”, è ben lungi dall’essere concretizzato.”
Che il cielo attraverso il quale è balenato il fulmine cattaneano non fosse particolarmente sereno ci sembra di poterlo affermare con certezza. Tant’è vero che di possibile rinuncia parlavano un po’ tutti, quelli del giro della politica. Me ne accennava su Facebook persino l’amico Dadò (con quale sono in rotta per non aver saputo trovare adeguate parole di apprezzamento per l’ultimo “durissimo” comunicato del suo partito sulla sicurezza).
Al di là di affermazioni di stampo propagandistico bisogna riconoscere che gli obiettivi fondamentali, sotto la presidenza Cattaneo, sono stati mancati. Si è perso a Bellinzona (Governo, 2015) e si è perso a Lugano (2013, 2016).
Soprattutto non si è riusciti ad innescare il declino della Lega. Che si è solidamente insediata, permettendosi anche, in parte, e con astuzia e fantasia politica, di cambiar pelle.
La Lega ha torto in molte cose, ma in alcune ha ragione. Conosco delle persone (ma i nomi non li dico!) che questo semplice fatto non l’ammetteranno mai. Preferiscono crepare.
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