Questa foto Ticinolive, scattata al Wolfsberg la sera del 13 novembre 2015, coglie una vivace espressione di Ermotti (ospite a sorpresa “regalato” ai congressisti da Tito Tettamanti) durante l’aperitivo. A Parigi stava per scattare la strage del Bataclan, che avvenne contemporaneamente alla cena, servita nella elegante Parquinhaus. Amabili e placidi conversari ai tavoli (il n° 3 era il presidenziale). Nessuno seppe nulla, sino al levar delle mense, verso le 23. Non ricordo un batter d’occhi, un’esclamazione, un furtivo colpo di gomito. Forse nessuno trafficava con lo smartphone (ciò che è ben strano). Poi d’un tratto, l’Apocalisse della notizia atroce.
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(fdm) Mi permetto di intervenire sull’articolo di Costanza Naguib per esprimere una personale considerazione. Dopo il successo elettorale dell’autunno 2015 e dopo il “recupero” del secondo seggio in governo, la posizione dell’UDC sembra più debole di prima. Il Consiglio federale agisce come se il popolo non avesse votato.
Se lo dico io, conta poco. Se lo dice Ermotti, di più.
Il danno devastante che il partito ha subíto nel 2007 non è stato sanato.
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Sergio Ermotti, CEO di UBS, si lancia nell’arena politica e critica il Consiglio Federale. Secondo il banchiere, infatti, il Consiglio Federale ha un orientamento politico piuttosto di centro-sinistra, che rischia di trascurare i partiti borghesi. In diverse interviste a testate della svizzera tedesca e francese, infatti, Ermotti ha dichiarato che, a suo parere, il governo federale non ha ancora del tutto analizzato e compreso i risultati delle scorse elezioni (ottobre 2015), nelle quali gli elettori si sono posizionati piuttosto a destra dello spettro politico.
Il numero uno di UBS si è inoltre mostrato molto critico riguardo ad alcuni accordi che la Svizzera si è trovata a concludere con altri paesi per quanto riguarda la trasmissione di dati bancari; per Ermotti si tratta di accordi poco trasparenti, che sono stati presi senza passare attraverso un processo politico democratico. L’avvento di Ueli Maurer, dell’UDC, al posto di di Eveline Widmer-Schlumpf (PBD) alla direzione del ministero delle finanze non avrebbe poi, secondo Ermotti, portato a dei miglioramenti, in quanto alcuni temi erano ormai già passati in secondo piano.
Il direttore generale critica inoltre Widmer-Schlumpf per la sua volontà di regolamentare in maniera eccessiva il settore bancario in seguito alla crisi finanziaria, nel tentativo di far fronte al problema delle banche di importanza sistemica (le cosiddette “too big to fail”).
L’amministratore delegato, in carica dal 2011, ritiene importante che l’esecutivo federale trovi di nuovo una chiara strategia comune e soprattutto che negli ambiti bancario e finanziario sia elaborata un’adeguata strategia che difenda il settore.
Le dichiarazioni del direttore generale giungono infatti poco dopo che UBS ha annunciato di volersi opporre alla consegna di dati relativi a propri clienti alle autorità francesi. Per Ermotti si tratta di un procedimento politicizzato dalla controparte francese e che riguarda informazioni altamente confidenziali, che pertanto dovrebbero rimanere riservate.
Costanza Naguib
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««Ultime notiziee… ultime notizieee… la «iubiess» valuta il consigiofederaleeee… ultime notizieee»»
Giornale radio: «… l’onorevole diturno, in un intervista a un domenicale confederato condanna senza se e senza ma, l’inopportuna ingerenza del privato nella politica federale…»
“Ostrega chissà dove finiremo di questo passo… ormai cumandan i banchee…
Cresce una consapevolezza: le scelte politiche non si fanno più nei parlamenti democratici. Pur tuttavia la politica è la prima e la sola accusata di questo dato di fatto. Sarebbe come dire che sul banco dei colpevoli si è scelto di mettere l’ostaggio. Sì, perché la politica avrà le sue colpe, probabilmente un grado di passività congenito, ma il disastro planetario attuale è determinato da forze che hanno il potere di agire fuori dai banchi dei parlamenti. La pianificazione del futuro avviene nei laboratori economici, nei consigli di amministrazione, nei club della finanza: l’economia finanziaria globalizzata tiene in ostaggio la democrazia. La politiche nazionali hanno ricevuto il compito di rendere popolare il fenomeno. Sono le agenzie pubblicitarie della grande ricchezza circoscritta. Quando non lo fa bene è richiamata all’ordine… Auguri.