Democrazia attiva

Salari dignitosi, ma dignitosi veramente – Verdi del Ticino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, permettendoci (visto che siamo in casa nostra) un’unica osservazione. Tra le tante cose dette, la cosa essenziale i Verdi non la dicono (ahimè). La causa prima di questo disastro è la Libera Circolazione!

Sì, lo so che non si può dire.

* * *

Continua a crescere il divario salariale fra residenti e frontalieri: ormai lo scarto è del 25,8% in Ticino, il doppio rispetto alla regione dell’Altopiano e oltre il triplo o il quadruplo rispetto all’arco Lemanico e alla Svizzera orientale. Non solo siamo il cantone con la percentuale più elevata di lavoratori d’oltreconfine rispetto agli occupati, ma siamo anche quello dove tale percentuale è cresciuta di più: fra il 2008 e il 2013 l’aumento è stato del 23%.

Con il suo abituale ottimismo la Seco afferma che queste cifre “confermano che l’applicazione delle misure di accompagnamento riveste un’importanza particolare nelle regioni dove l’occupazione frontaliera è elevata”. In realtà confermano l’esatto contrario: il primo Contratto normale di lavoro in Ticino è stato decretato nel 2006 e ne sono seguiti altri 15 (uno è stato abrogato), ma resta il fatto che la differenza salariale aumenta. I salari minimi previsti dai CNL sono talmente bassi da non riuscire a fermare l’inarrestabile pressione verso il basso delle retribuzioni. La nostra iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” che chiede l’introduzione di salari minimi dignitosi per settore e qualifiche è stata accettata in votazione popolare da quasi il 55% dei cittadini, ma ancora non c’è una legge di applicazione.

I salari stanno calando in molti settori, non solo quelli con manodopera poco qualificata o con una forte percentuale di frontalieri. Nel settore dell’informatica addirittura sono scesi di 1’640 franchi fra il 2008 e il 2014.

Le tante belle dichiarazioni su profili professionali inesistenti in Ticino e lavori che i residenti non vogliono fare si scontrano con la realtà dei fatti: i salari offerti non permettono di vivere in Ticino, e solo i frontalieri possono candidarsi per ricevere simili retribuzioni. Se questa tendenza al ribasso della condizioni lavorative e dei salari dovesse continuare, saranno sempre più numerosi i residenti esclusi dal mondo del lavoro e quelli obbligati a ricorrere agli aiuti sociali per arrivare a fine mese anche se hanno un impiego.

Per bloccare il degrado del mondo del lavoro non bastano le dichiarazioni di intenti o le campagne di sensibilizzazione delle aziende, dobbiamo agire e subito e garantire salari dignitosi a chi vive e lavorano in Ticino. Ma dignitosi davvero!

I Verdi del Ticino


 

Relatore

View Comments

  • Cari Verdi del Ticino,
    l’epilogo presupposto, anche magari solo immaginato, per tentare di dare un senso politico al capovolgimento in atto in questo inizio del ventunesimo secolo, si fonda sull’idea teoretica di una riorganizzazione ridistributiva della ricchezza prodotta, così da poter essere offerta all’intera popolazione planetaria.

    Si assume il concetto che il grado di disuguaglianze sociali ed economiche attualmente presenti sul pianeta si fondano su basi storiche e geopolitiche ormai obsolete. Uno dei capisaldi di questo processo, oltre quello di chiederci di accettare il nuovo paradigma, sta anche nel NON riconoscimento della legittimità dei contesti protetti. Cioè quegli ambiti dove i “fondamentali” di una accettabile condizione sociale sono ancora parzialmente garantiti.

    L’idea di fondo oggi sottintesa esige invece una ridistribuzione su basi individuali. Quindi la libertà di circolazione delle genti, delle merci e del… capitale diventa dogma. Una dottrina che ha dei risvolti anche idealistici. Si possono scorgere tuttavia degli… effetti collaterali.

    Prima di tutto il fatto che le “obsolete” conquiste sociali non sono altro che il patrimonio ereditato da precedenti lotte condotte e parzialmente vinte dalle generazioni che ci hanno preceduto. Inoltre, e lo si vede bene nei paesi anglosassoni, si è di fronte alla disintegrazione del ceto medio, oggi rimasto senza potere contrattuale.

    Quindi ecco realizzata la condizione esistenziale necessaria a quel neo-liberismo economico basata sul consolidamento di un nuova schiavitù globalizzata. Un patrimonio ormai… sconfinato: perché ci sarà sempre qualcuno disposto, pur di sopravvivere, ad autoridursi i propri diritti più di qualcun altro, alimentando un’involuzione al ribasso fino a conseguenze per noi probabilmente inammissibili.

    Un saluto cordiale

Recent Posts

Libertà o potere – La conferenza che ci interroga sulle costituzioni e il loro ruolo governativo. Con Eugenio Capozzi, a Lugano, Mercoledì 2 aprile

Eugenio Capozzi a Lugano con un'introduzione di Carlo Lottieri: una riflessione sul costituzionalismo e la…

4 ore ago

Il caso di beatificazione di Carlo Acutis e il bisogno di nuovi santi

Il 27 aprile Carlo Acutis sara' sara' santo. E' stata avviata la beatificazione di Carlo…

17 ore ago

30 marzo 1925: i 100 anni dalla morte di Rudolf Steiner, grande iniziato

Rudolf Steiner: L’Eterna Fiamma della Saggezza e della Libertà Nel crepuscolo dell’umanità contemporanea, dove il…

1 giorno ago

Il riarmo dell’Europa

di Tito Tettamanti È il titolo, non molto felice secondo la critica, che la Presidente…

1 giorno ago

Von Der Layen, la Pfizer e la sanità pubblica. Conflitto d’interessi tra democrazia e industrie farmaceutiche.

di Liliane Tami, filosofa della Scienza, Bioeticista e Manager sanitario. Attualmente vi è un conflitto…

1 giorno ago

Cosimo de’ Medici, Ermete Trismegisto, Marsilio Ficino e l’Accademia Neoplatonica

Kondwiramour Nel cuore pulsante di Firenze, tra le sue torri e i suoi giardini segreti,…

1 giorno ago

This website uses cookies.