Estero

Brexit – i protagonisti: l’ammiraglio e il conservatore

Oggi si vota per l’uscita dall’UE del Regno Unito. 46,5 milioni di britannici si recheranno ai seggi. Nigel Farage, leader dei Leave, ha dichiarato che l’esito del referendum dipenderà in gran parte dall’affluenza alle urne.

Attualmente i Remains paiono in testa, al 52%.

Profilo dei protagonisti: L’ammiraglio e il conservatore.

Capofila del Leave, l’euroscettico Nigel Farage, classe ’64, ha studiato al Dulwich College, da sempre in prima fila contro la dittatura europea e i regimi pseudo democratici.

Tre giorni fa è stato protagonista di una “spedizione” navale sul Tamigi, per la propaganda del suo Yes. Senza smentire la lunga tradizione marittima dell’UK, ha infatti fatto capo ad una flotta di pescatori vessati dalle sanzioni economiche dell’UE, per invitare i londinesi a votare Si nella fatidica giornata di oggi. Certo, Bob Gandolf doveva proprio metterci il naso, alzando a volume la musica della sua barchetta e   contestando Nigel. tuttavia, la missione mediatica è stata compiuta.

Cinque figli da due matrimoni, ha vinto il cancro, ed è uscito indenne da ben tre incidenti. Nel 2010, dall’aereo da turismo che sventolava uno striscione elettorale del suo partito, l’UKIP (UK Indipendence Party); nel 2011, quando è stato accertato che la sua auto era stata sabotata, poiché tutti e 4 i bulloni di tutte e 4 le ruote erano stati svitati, dal quale è uscito miracolosamente indenne, e nell’ottobre del 2015, dopo che la sua auto ha perso aderenza in autostrada e lui è riuscito a slanciarsi oltre il guard-rail, salvandosi.

Farage nell’incidente del 2011

Sullo schieramento dei contrari, David Cameron. Classe ’66, diplomatosi a Eaton e brillantemente laureatosi a Oxford, leader del partito conservatore dal 2005 e Primo Ministro dal 2007, è  sposato con Samantha Sheffield dalla quale ha avuto tre figli, il primo dei quali, purtroppo, è deceduto per malattia nel 2009.

Sostiene che il regno sarà più prospero e sicuro, dentro l’Ue.

In effetti la “punizione”  dell’Ue sarebbe salata, molto più che l’acqua del canale della Manica. 30milioni di sterline.

“Oggi 45 milioni di Britannici voteranno Sì o No all’uscita dall’Unione Europea, per recuperare sovranità, libertà di scelta e sicurezza. Almeno a loro è concesso scegliere, mentre agli italiani la Costituzione, anche quella “riformata” da Renzi, vieta questa Libertà. Per questo a Londra voterei SÌ, mentre in Italia a ottobre voterò NO. E voi come votereste?” Ha scritto stamane Matteo Salvini.

In Italia l’UKIP di Nigel Farage ha riconquistato (ce ne fosse mai stato il dubbio…)  tra i sostenitori il leader della Lega, Matteo Salvini e tutto il suo partito, nonostante due anni or sono, si fosse sfaldata l’alleanza in Parlamento Europeo tra Lega e UKIP, il quale era entrato nel EFD (Europe Freedom and Democracy) assieme al Movimento 5 Stelle.

E Grillo? Si pone contrario alla Brexit!
Ha infatti dichiarato Grillo: “Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all’Unione Europea non ci saremmo mai candidati; qui, invece, abbiamo eletto la seconda delegazione italiana. L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Ue, ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L’unico modo per cambiare questa “Unione” è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento 5 Stelle si sta battendo per trasformare l’Ue dall’interno”.

Le alleanze politiche, si sa, sono così fragili. Così come i trattati. Così come i confini. Già, i confini…
Il sì non ha portato fortuna, due anni fa, alla Scozia, che si lasciò scappare (forse complice qualche vessazione elettorale, forse) la possibilità di tornare libera, di riappropriarsi della propria identità… Braveheart’s style.

In effetti l’Inghilterra di questi tempi somiglia così tanto all’Italia dei nostri… Indipendenza della Scozia, Indipendenza del Veneto, Uscita dall’Ue di Nigel Farage, Uscita dall’Ue di Matteo Salvini… con qualche dovuta differenza, ovviamente.

La sovranità del popolo, per esempio. L’Italia, qualora dovesse vincere un altro sì, quello renziano ad ottobre, al referendum  non ci andrà più.

Loro, comunque andrà, al referendum potranno dire di esserci arrivati.

Chantal Fantuzzi

chantal

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