Di fronte ai sondaggi a favore del Brexit
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ATTENZIONE. Le possibilità di manipolazione dell’opinione pubblica sono immense, il cinismo della politica atroce e sconfinato. Ma il “complottismo” non può dispiegarsi incontrollato, senza poggiare su elementi concreti. È troppo facile.
Al di là di ciò la morte di Jo Cox avvantaggerà – difficile dire di quanto – gli anti-Brexit.
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dal portale www.blognews24ore.com
Manca una settimana al voto sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea e malgrado si dica sotto choc, il governo britannico spera che l’uccisione della deputata di 41 anni “giochi a favore” della permanenza del paese nell’UE.
Nei giorni che mancano prima del voto, nei discorsi contro il Brexit non mancheranno i commoventi accenni al “sacrificio” di Jo Cox. Intanto, anche l’economia europea sembra tirare un mezzo respiro di sollievo, con le banche centrali che rassicurano i mercati : il Brexit si starebbe allontanando.
Un omicidio su commissione, sostengono i soliti complottisti. Che giunge quando mancano pochi giorni al voto, in un preoccupante scenario di sondaggi nettamente a favore del Brexit. Una morte, quella di Jo Cox, che potrebbe commuovere l’elettorato e portarlo a respingere, compatto, il Brexit. Brexit da bocciare, perchè colpevole della morte della giovane deputata.
In un’intervista, l’8 giugno, sul canale Radio Sputnik, François Asselineau evocava la possibile morte di un personaggio anti-Brexit a pochi giorni dal voto.
“Spero che in Gran Bretagna non accadrà quanto già successo in Svezia – aveva detto il politico francese – Mi ricordo che in Svezia, quando i sondaggi per l’entrata del paese nella Zona euro davano il No in vantaggio, la portavoce del campo dei Sì, Ana Lindh, giovane ministro degli Affari esteri, era stata assassinata in un centro commerciale di Stoccolma. L’assassino sarebbe stato un serbo, scappato da un ospedale psichiatrico. Ana Lindh era stata uccisa a due giorni dal voto. Alla fine, l’elettorato ha comunque respinto l’adesione della Svezia alla Zona euro.”
In Svezia, il referendum sull’entrata nella Zona euro si era svolto il 14 settembre 2003. Il No aveva vinto con il 56.1 %, contro il 41.8 % dei voti a favore.
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