nella foto, Liu Xiaobo.
Forse la Cina non fa più paura, poiché molti paesi hanno iniziato ad osare a sfidarla.
Hanno iniziato gli USA che hanno inviato navi da guerra nel mare Cinese Meridionale e poi annunciato l’intenzione di cambiare nome alla strada dove si trova l’ambasciata cinese a Washington da “International Place” a “Liu Xiaobo Place”, dedicandola dunque ad un noto dissidente cinese, in prigione da quando, nel 2010 gli fu assegnato il Nobel per la Pace, che non ritirò mai.
Nella “sfida” si sono susseguiti altri paesi, come Hong Kong, che prima ha fatto vincere al suo Film festival una pellicola censurata in Cina (Ten Years) che descrive il nero futuro dell’isola sotto il rigido controllo di Pechino, poi ha ribadito la sua battaglia per l’Indipendenza.
Taiwan, infine, ha autorizzato la popolazione ad applicare un’etichetta sui passaporti per sostituire la dicitura “Repubblica Cinese” con “Repubblica di Taiwan.”
fonte: Panorama.it
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