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Assistenza al suicidio o business? Si faccia chiarezza – di Fiorenzo Dadò e Amanda Rückert

INTERROGAZIONE AL CONSIGLIO DI STATO

Parallelamente al dibattito parlamentare relativo all’iniziativa parlamentare in forma generica dell’on. Michela Delcò Petralli, sono emersi nuovi elementi atti a chiarire il panorama ticinese di assistenza al suicidio, in particolare relativi all’associazione Liberty Life amministrata dalla signora Mariangela Gasperini, già soggetto di un’interrogazione del collega Raoul Ghisletta.

Alla fine del 2015, il DSS notifica la revoca dell’autorizzazione a esercitare in qualità d’infermiera alla Gasperini e le vieta di operare in ambito sanitario. Parallelamente, la galassia Gasperini sembra riorganizzarsi. L’uscita, a registro di commercio, di Massimo Chiodi e la conseguente entrata di un nuovo fiduciario (che riprende alcune delle società precedentemente amministrate da Chiodi, tra cui Victoria Multiservices Fisiospitex SA); lo spostamento della sede amministrativa di Liberty Life da Paradiso a Riva San Vitale; lo spostamento della sede amministrativa di Nuovi Orizzonti da Biasca a Cama, il cambiamento di nome (prima Capri) e, in parte, di scopo sociale.

A seguito di diversi articoli apparsi sulla stampa locale relativi all’operatività di Liberty Life, il collega Ghisletta ha depositato una nuova interrogazione per far luce sul nuovo riassetto organizzativo della galassia Gasperini.

Sono poi emersi nuovi fatti e aspetti che giustificano un’ulteriore interrogazione che, insieme alla precedente, completano il quadro operativo di Liberty Life e dei suoi organi direttivi. Come riportato dalla stampa, il Municipio ha intimato a Liberty Life di interrompere un’attività che durava da mesi e che veniva esercitata senza le necessarie autorizzazioni Mariangela Gasperini ha dichiarato, radiofonicamente, che l’attività permarrà nella/e altra/e sede/i di cui Liberty Life dispone (Rtsi 1, Modem, puntata del 25 marzo 2016;

http://www.rsi.ch/play/radio/modem/audio/vado-a-morire-in-svizzera?id=6982811). Ha inoltre dichiarato che i suicidi finora accompagnati da Liberty Life ammontano a 17 e che il costo per usufruire dei servizi di suicidio assistito non ammontano a 13’000 euro (cifra dichiarata ai giornali da Susanna Zambruno Martignetti – cittadina italiana suicidatasi a Melano – e ribadita dal marito in una successiva intervista), bensì a 7’000 fr. A ciò si aggiunge il fatto che sembra non esserci totale chiarezza in merito al numero di suicidi assistiti imputabili alle associazioni attive in Ticino (vedi allegato 7).

Con la presente interrogazione si chiede al lodevole Consiglio di Stato:

1) Quante e quali associazioni di aiuto al suicidio sono presenti e operative sul territorio ticinese? Quanti accompagnamenti sono avvenuti negli ultimi tre anni ad opera di Liberty Life? Quanti stranieri sono stati accompagnati? Di quale nazionalità?

2) Quali provvedimenti sono attualmente in atto per garantire che non vi siano abusi da parte delle associazioni? Quali eventuali altri provvedimenti intende prendere?

3) Nell’accompagnamento al suicidio fornito da Liberty Life, la presa a carico avviene conformemente alle direttive dell’ASSM? Com’è controllato attualmente questo aspetto?

4) Chi e a che titolo opera nel quadro di Liberty Life? Di quali autorizzazioni cantonali dispongono coloro che operano in Liberty Life? Qual è la retribuzione di ognuno degli impiegati? Oltre a Melano, dov’è stata e dov’è attiva Liberty Life?

5) Qual è il costo di un accompagnamento alla morte fatturato dalle associazioni operative in Ticino?

6) La struttura di costi di queste associazioni è giudicata at arm’s lenght? Quali controlli sono attualmente effettuati alfine di escludere che tramite altre società o associazioni collegate, direttamente o indirettamente, venga realizzato un utile indebito?

7) Come giudica l’attività di Nuovi Orizzonti e di Victoria Multiservices Fisiospitex SA (che secondo la stampa sarebbe locataria dell’appartamento di Melide)?

Fiorenzo Dadò e Amanda Rückert, deputati al Gran Consiglio

Relatore

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