Al Museo Comunale d’Arte Moderna
Nato proprio un secolo fa a Zurigo, il Dadaismo è un corrente d’avanguardia nata proprio in Svizzera, precisamente al Cabaret Voltaire di Zurigo nel febbraio 2016. Il movimento, che ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro e la grafica, incarnava la sua politica antibellica attraverso un rifiuto degli standard artistici, come dimostra il nome dada che non ha un vero e proprio significato, tramite opere culturali che erano contro l’arte stessa. Il dadaismo ha quindi messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell’epoca, dall’estetica cinematografica e artistica, alle ideologie politiche; ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ed ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l’umorismo. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili. Radicale e antiborghese, questo movimento risponde agli orrori della prima guerra mondiale in modo nichilistico, negando cioè tutti i valori e i canoni estetici dell’arte. Nessuno schema razionale doveva più esistere e l’arte visiva, più che ogni altra, ha subito un innegabile rinnovamento..
L’esposizione presenta innanzitutto una selezione delle più importanti o emblematiche opere di Marcel Duchamp, artista che ha avuto una grande influenza sull’arte d’avanguardia tra le due guerre, fino a diventare il precursore e l’ispiratore di gran parte dei movimenti artistici che sono giunti fino a noi: dalla Pop art all’arte concettuale, da Fluxus, alla Net e Mail art. Protagonista della mostra è la sua famosa manipolazione della Gioconda di Leonardo da Vinci con barba e baffi, ritratto dadaista, che è passato alla storia. Si aggiungono ad essa Nu descendant un escalier (1911/1937), Il pettine (1916/1964) e i Tabliers de la blanchisseuse (Grembiuli della lavandaia) del 1959.
Accanto a queste opere si alternano i lavori degli artisti di Fluxus, un movimento cosiddetto neodadaista costituitosi nel 1962, ma già operante sul finire degli anni cinquanta, anche grazie all’intermediazione di Marcel Duchamp. Come già per Duchamp, per gli esponenti di Fluxus il senso dell’umorismo e il gioco diventano strategie artistiche imprescindibili per intaccare schemi visivi e di pensiero “gerarchici”, consolidati dalla cultura e dal luogo comune…
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