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Il PLR è un secolo avanti (e nessuno se ne accorge) ma ha bisogno di aiuto – di Daniele Danesi

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo, che tratta un tema innovativo molto caro al PLR: la cosiddetta “banda larga”.

A costo di venire scorticato vivo dai soliti leoni da tastiera, sostengo qui e nel pieno delle mie facoltà mentali che l’assetto politico ticinese ha fallito e lo ha fatto nel peggiore dei modi. Non solo le diverse fazioni si sono limitate a sollevare polveroni e a fare polemica (facendo finta di non essere parte dei problemi denunciati) ma hanno notevolmente inaridito il dibattito pubblico, ormai incentrato sulla lotta al frontaliere (e non al frontalierato), al traffico (e non ai trasporti pubblici) ai salamini e al San Gottardo. Da oltre un anno il PLR sta mettendo sul piatto i temi giusti per il rilancio del lavoro e dell’economia ottenendo due effetti: il primo è la resistenza di quei partiti che coltivano la bile dei ticinesi parlando di frontalieri, di terrorismo e di becero populismo. Il secondo è la totale indifferenza degli altri partiti, così intenti a rispondere per le rime ai primi.

I media ticinesi, dal canto loro, uniscono con preoccupante disinvoltura l’inutile alla fiera delle vanità, contribuendo a disossare il Cantone. Ed è un peccato, perché le firme autorevoli ci sono ma, appare ormai evidente, alcuni argomenti sono tabù, vuoi perché affrontarli potrebbe fare indispettire la destra, la sinistra, il ceto medio oppure il parroco.

Il PLR si sottrae sempre più alla polemica futile e diventa propositivo. Bene, molto bene, anzi malissimo. Cattaneo si fa portavoce di una delle reali necessità del Ticino, ovvero l’innovazione. Ma non la mera trasposizione online di ciò che è analogico, punta all’innovazione vera, quella che ha il compito di migliorare la vita di ognuno di noi. Per farlo occorrono però regole chiare circa lo sfruttamento del territorio, le retribuzioni, le eventuali defiscalizzazioni e altri parametri quali il rapporto tra dipendenti residenti e non residenti. E qui, quando tutti i partiti dovrebbero sedersi al tavolo e trovare una strategia condivisa e condivisibile, il PLR viene lasciato solo.

La ricetta per legare un territorio all’innovazione è quella di un piatto di facile preparazione ma dai valori nutrizionali a geometria variabile. Perché se l’innovazione fosse una pietanza, la banda larga a cui punta il PLR sarebbe il letto di lattuga che tutto unisce e accompagna. Il PLR lo ha capito, mentre gli altri partiti o fanno finta di nulla o si spingono a boicottare.

La banda larga, così come dei pacchetti fiscali ad hoc, sono state strutture abilitanti che hanno creato 50 mila impieghi in Inghilterra e quasi altrettanto in Germania. L’Italia, come al solito, queste cose le fa malissimo ma ad oggi si contano circa 15 mila impieghi generati dal (quasi) nulla.

Non è esagerato sostenere che in Ticino possano essere creati 5-10 mila impieghi nei prossimi 5-10 anni, ma il cammino per arrivare a questi obiettivi non può essere tracciato da un solo partito, poco importa quale.

Il caso Bravofly sia di esperienza a tutti, senza sparare addosso a Fabio Cannavale e Marco Corradino, i due fondatori della startup diventata Gruppo ed entrata in borsa due anni fa, raccogliendo oltre 100milioni di franchi. Bravofly ha approfittato di un vuoto normativo e della scarsa preparazione della classe politica ticinese. Il PLR si sta muovendo per permettere la creazione e la crescita di altre aziende simili, al netto però degli effetti negativi.

Daniele Danesi


Relatore

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