NEL PAESE DELLE FATE
L’economista preferito della RSI [Sergio Rossi, ndR] ha gettato definitivamente la maschera! Dopo aver combattuto senza successo il completamento del Gottardo, è riuscito nella non facile impresa di superare a sinistra i comunisti nostrani che vorrebbero annientare quel poco che rimane di meritrocrazia, riconoscendo a tutti, per il solo fatto di esistere, un reddito di base incondizionato. Un messaggio devastante per i nostri giovani che potrebbero chiedersi per quale motivo dovranno impegnarsi e fare sacrifici per ottenere dei risultati. Confido comunque nel fatto che il popolo svizzero dimostri anche in questa occasione maggiore saggezza e buon senso del Prof. Rossi. Con tutto il rispetto ovviamente…
* * *
La reazione dell’imprenditore Regazzi è stata innescata da un’intervista dal titolo «Finanziabile e nell’interesse della società», pubblicata oggi dal Corriere, nella quale Sergio Rossi sostiene a spada tratta e con la massima serietà l’iniziativa “2500 franchi per tutti”, ovviamente senza lavorare. Essa incomincia così:
Quali sono i motivi di fondo di questa iniziativa?
«L’iniziativa viene dalla società civile, che ha avvertito la necessità di riflettere sul sistema delle assicurazioni sociali, molto burocratico e non più sostenibile finanziariamente a lungo termine, per certi versi anche umiliante per le persone che ne usufruiscono. L’iniziativa corregge questi difetti e permette anche di liberare le forze creative delle persone, in particolare quelle giovani, che potranno prima studiare senza dover lavorare per mantenersi e poi sviluppare le loro idee e avviare un’attività senza troppi timori di fallire e di cadere in una spirale di sovraindebitamento, perché il materasso finanziario è garantito». E via di questo passo.
Sembra in un certo senso di tornare al Sessantotto, ed è una splendida sensazione, perché – allora – eravamo giovani! Forse l’on. Regazzi, che s’indigna, la prende troppo sul serio e si scalda troppo. Il professor Rossi è senza alcun dubbio un economista ma, con certezza ancora maggiore, un poeta.
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Studiare senza dover lavorare? O non studiare perché tanto poi non si deve lavorare?
Meritocrazia. Fare sacrifici. Impegnarsi per ottenere dei risultati, sono i soliti concetti che fanno parte di quel retorico e astratto campionario delle buone abitudini richieste soprattutto… agli altri.
Si potrebbe dimostrare senza soverchi dubbi che buona parte della ricchezza circolante è stata “costruita” senza dover ricorrere a questi principi fatalmente teoretici. Un discorso lunghissimo che andrebbe affrontato senza emotività. Parimenti e viceversa si potrebbe dimostrare, per esempio, che molti beneficiari AVS, grazie a questo sostegno finanziario (a questo reddito di base) abbiano poi sviluppato attività personali con ricadute sociali degne di merito. Una su tutte: il volontariato.
Per cui avere una rendita acquisita non è sinonimo di parassitismo. Per quanto attiene alla meritocrazia, la questione diventa perfino ridicola. Basta nascere in un contesto piuttosto che in un altro per ottenere (gratuitamente!) condizioni esistenziali totalmente diverse. La geografia conta molto di più di quanto si pensi…
“ …Il 6 dicembre 1931 il primo tentativo di introdurre una legge sull'AVS fallisce: due terzi dei votanti (quasi l'80 % degli aventi diritto si reca alle urne) respingono il progetto e lo stesso esito è riservato anche all'introduzione di un'imposta sul tabacco per finanziare l'AVS. Evidentemente, la crisi economica mondiale, che inizia a farsi sentire anche in Svizzera, rende difficile convincere i votanti ad ampliare la previdenza sociale, seppur in misura moderata. Il fallimento del progetto sull'AVS, definito dal quotidiano Neue Zürcher Zeitung come una «sconfitta devastante» per la causa dello Stato sociale, rappresenta uno scacco personale per il Consigliere federale Schulthess {favorevole}. Tuttavia, una settimana più tardi il Parlamento lo conferma nella sua carica di consigliere federale, con un risultato straordinario. Il suo avversario Musy {contrario} deve accontentarsi di un esito nettamente meno brillante…”
A proposito della (allora) travagliata introduzione di un’assicurazione vecchiaia per tutti, si possono trovare online testimonianze di prese di posizione (allora) contrarie, simili alle posizioni oggi relative al reddito di base: ironia, indignazione più o meno recitata e soprattutto l’immancabile propaganda sull’impossibilità di finanziamento. I soliti "poemi demagogici" raccontati in casi simili.
Probabilmente anche quelli che un tempo avrebbero votato un secco NO… sghignazzando sul finanziamento... oggi incamerano un reddito pensionistico acquisito. C’est la vie.
Anche tu, insieme a Rossi, nel Paese delle Fate!
Farete fatica a farvi prendere sul serio... ma qualche sostenitore SICURO l'avete già.
I Molinari, ad esempio (o Macellari). E ne arriveranno degli altri.
Complimenti per la raffinata e preziosa argomentazione.
Consolati caro Jack, se fossi costretto a dover scegliere preferirei la compagnia di un “poeta economista” piuttosto di quella di “zelanti venditori” di anacronistiche concretezze.
C'è una cosa che non hai capito: io non VENDO proprio niente! Al massimo (se ho i soldi) compro.
Devi scusarmi... se l'ho messa sul ridere. Non sapevo che altro fare. Buon pomeriggio.
Uella Jack, inguaribile egocentrico…
E se il… “zelanti venditori” fosse generico?
Buon pomeriggio.