L’artista romano si fa spazio tra i nomi emergenti grazie alla sua tecnica originale e innovativa: si tratta dell’uso del pixel informatico come unità basica delle opere, utilizzando solamente il rosso, il verde e il blu.
La mostra sarà visitabile sino al 17 aprile 2016, dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 18 e il sabato dalle ore 10.30 alle 16.
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Si tratta di una simulazione del processo con cui i pixel si propagano sullo schermo televisivo per dare vita all’immagine: Pintaldi comincia utilizzando solo i tre colori primari, rosso, verde e blu in collaborazione ai non-colori nero e bianco, su uno sfondo nero, immessi sulla tela tramite l’aerografo. La riduzione dello spettro dei colori operata da Pintaldi crea una corrispondenza tra colori e forme, portando così l’osservatore a chiedersi quali siano i limiti tra realtà e finzione. In un primo momento l’impressione che danno i suoi quadri è quella di portare chi li osserva a dubitare della loro creazione manuale, sembrano infatti veri e propri scatti fotografici ingranditi in modo tale da rendere possibile la visione della loro unità fondamentale, ovvero il pixel.
Le opere di Pintaldi rappresentano il nuovo tipo di visione stimolato dalla realtà “virtuale“, spesso più presente e pervasiva di quella “reale”, con l’obiettivo di evidenziare che l’immagine digitale è riducibile al pixel a differenza di quella reale che vanta un aspetto infinito . Nasce così il gioco creato dall’artista che vuole dimostrare come la finzione spesso nasconda ciò che è reale, e viceversa.
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