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Alla Galleria SanGiorgio Cristiano Pintaldi presenta “Sincronismo composito”

Nataliya Shtey Gilardoni (a destra) alla Galleria SanGiorgio

È stata inaugurata ieri, giovedì 10 marzo, alla Galleria SanGiorgio nei palazzi Gargantini, via Marconi 2, la personale di Cristiano Pintaldi dal titolo “Sincronismo composito”.

L’artista romano si fa spazio tra i nomi emergenti grazie alla sua tecnica originale e innovativa: si tratta dell’uso del pixel informatico come unità basica delle opere, utilizzando solamente il rosso, il verde e il blu.

La mostra sarà visitabile sino al 17 aprile 2016, dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 18 e il sabato dalle ore 10.30 alle 16.

* * *

Cristiano Pintaldi nasce a Roma nel 1970. Cresciuto in una famiglia di pubblicitari appassionati d’arte, sviluppa fin da piccolo lo stesso interesse dei genitori. Dopo aver intrapreso gli studi al liceo artistico di Roma, nel 1991 inizia la sua attività facendosi spazio nell’arte contemporanea grazie alla sua tecnica del tutto nuova e originale che gli permetterà di crearsi un posto tutto suo tra i nomi più importanti di questa corrente artistica .

Si tratta di una simulazione del processo con cui i pixel si propagano sullo schermo televisivo per dare vita all’immagine: Pintaldi comincia utilizzando solo i tre colori primari, rosso, verde e blu in collaborazione ai non-colori nero e bianco, su uno sfondo nero, immessi sulla tela tramite l’aerografo. La riduzione dello spettro dei colori operata da Pintaldi crea una corrispondenza tra colori e forme, portando così l’osservatore a chiedersi quali siano i limiti tra realtà e finzione. In un primo momento l’impressione che danno i suoi quadri è quella di portare chi li osserva a dubitare della loro creazione manuale, sembrano infatti veri e propri scatti fotografici ingranditi in modo tale da rendere possibile la visione della loro unità fondamentale, ovvero il pixel.

Il soggetto scelto viene scomposto in pixel tramite un lungo processo manuale dell’artista stesso tramite una mascherina di un centimetro quadrato utilizzata su tre livelli paralleli, ognuno corrispondente a un colore : così facendo l’effetto finale sarà visibile solo a lavoro ultimato. Si tratta di soggetti tratti dalla cultura popolare, quali l’alieno, l’UFO, il Papa, il fulmine, la maschera, personaggi televisivi delle serie tv dei nostri giorni, simboleggianti secondo l’artista delle chiavi d’interpretazione della realtà in cui viviamo.

Le opere di Pintaldi rappresentano il nuovo tipo di visione stimolato dalla realtà “virtuale, spesso più presente e pervasiva di quella “reale”, con l’obiettivo di evidenziare che l’immagine digitale è riducibile al pixel a differenza di quella reale che vanta un aspetto infinito . Nasce così il gioco creato dall’artista che vuole dimostrare come la finzione spesso nasconda ciò che è reale, e viceversa.

Pintaldi evidenzia le piccole cose che spesso sfuggono al nostro occhio, quelle parti del mondo che tendiamo ad ignorare pur essendo fattori per lo più quotidiani. Importante la metafora dello schermo : l’artista tiene a sottolineare che al giorno d’oggi è più rilevante ciò che ci viene trasmesso tramite la televisione o internet – che viene preso a prescindere come vero – piuttosto che ciò che vediamo con i nostri stessi occhi, che passa di conseguenza in secondo piano. Possiamo definire quindi le sue opere una lettura dettagliata di alcuni fenomeni e delle conseguenze che essi provocano sul destino del nostro pianeta.

 

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