La nostra opinione sulla immane battaglia, nella quale ciascuno ha dato il massimo, è molto semplice:
Poi si possono spendere mille, diecimila o centomila parole. Domenica pomeriggio sapremo.
* * *
L’appoggio del parlamento era scontato e anche quello del popolo non si prospettava essere un problema. Per aggirare l’ostacolo dei Cantoni contrari, era pronta la storiella della capacità che non aumenta. Gli scettici si sarebbero convinti sostenendo che la galleria è a pezzi e che, al più tardi nel 2025, si sarebbe dovuto chiuderla per tre anni e costruire delle gigantesche navette così che i camion europei, in barba alla Costituzione e a spese nostre, avrebbero potuto continuare a passare attraverso la Svizzera.
Sembrava tutto a posto, ma non si è fatto il conto che Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Nell’estate 2015 ho scoperto che gli Austriaci, stavano risanando la galleria dell’Arlberg, gemella del Gottardo, bidirezionale e lunga 15 km, con solo Fr. 170 milioni e tenendo l’altezza a 4.50 metri. È risultata così essere una grande balla quella che, per adeguarsi alle norme europee, bisognava abbattere e alzare a 4.80 metri la soletta intermedia.
Poi l’amico Stefan Krebser ha scoperto che l’USTRA si teneva ben stretto un rapporto interno. Quando, dopo notevoli sforzi, il 19 novembre 2015 il rapporto è diventato pubblico, è venuto a galla che già nel 2013 c’erano i dati che confermavano che la galleria era ancora in buone condizioni e che il Consiglio federale era in mala fede quando diceva all’Assemblea federale che si doveva chiudere entro il 2025 e che era urgente preparare i progetti per la nuova galleria.
Nonostante ciò, i sondaggi dicono che il raddoppio ha una solida maggioranza, certamente grazie agli Svizzeri tedeschi che arrivano in Ticino o vanno in Italia con il bagagliaio già pieno. La Consigliera federale Leuthard vuole comunque vincere a tutti i costi anche in Ticino. Il resto della Svizzera potrà così tenersi i rimanenti soldi, sostenendo che altre opere importanti, come il collegamento con Locarno o il risanamento fonico, al Ticino non interessano poi molto. Un domani, quando la galleria aprirà, si potrà poi affermare che i Ticinesi auspicavano il passaggio dei camion europei, l’apertura delle quattro corsie e non gli importava di rimanere bloccati sulle strade intasate e di aumentarsi le imposte per fare fronte alle accresciute spese per le la gestione del traffico.
Anche i Ticinesi favorevoli dovrebbero forse pensare che è meglio votare NO.
Domenico Zucchetti, Massagno
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