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MANIFESTO DI AL
TRE condizioni necessarie per ripartire
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CINQUE urgenze di riequilibrio liberale
Legiferare dall’ottica del cittadino e non dello Stato.
Obiettivo: ri-equilibrare diritti e doveri.
Promuovere la società civile tramite i principi di sussidiarietà e di solidarietà, per sconfiggere le varie esclusioni.
Obiettivo: ri-equilibrare libertà e responsabilità.
Valorizzare le imprese creatrici di lavoro e ricchezza, e incentivare la proprietà privata, il mercato e il profitto. Basta tassa e spendi e ristrutturare la spesa pubblica: tassando meno e spendendo meglio.
Obiettivo: ri-equilibrare autonomia personale e dipendenza pubblica.
Obiettivo: ri-equilibrare identità locale e multiculturalismo anonimo.
Modernizzare lo Stato per uscire dal paternalismo statale ridistribuendo in modo innovativo finanze e i compiti tra Cantone e Comuni.
Obiettivo: ri-equilibrio tra centralismo burocratico e decentramento politico.
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SETTE situazioni da cambiare
1. Famiglie tradizionali: | da penalizzate | a favorite |
2. Aziende serie: | da demonizzate | a promosse |
3. Contribuenti: | da strizzati | a rispettati |
4. Lavoratori e ceto medio: | da dimenticati | a valorizzati |
5. Proprietà privata: | da punita | a incentivata |
6. Bilaterali: | da subiti | a gestiti |
7. Stato: | da costoso e deficitario | a parsimonioso ed equo |
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Peoccupante la pratica assenza, almeno finora, di condivisione e di commenti.
Comunque sia, le intenzioni sono più che lodevoli, per la capacità di condurre qualcosa in porto vedremo.
I miei sinceri auguri li avete in ogni caso meritati
Prima osservazione urgente: l’urgenza non è (sempre? mai?) buona…consigliera: nell’urgenza si può perfino realizzare… l’irreparabile.
Proprio perché nell’ottica del cittadino ci stanno infinite idee di… convergenza; poi le “ottiche” sono tante (milioni di milioni) senza dimeticare di dover tener conto delle… “illusioni” ottiche.
Sulla libertà/responsabilità nulla da ri-dire. Ma che ne facciamo degli “irresponsabili” esclusi? In CH vi sono 590mila poveri; tutti... irresponsabili. Saremmo costretti (per sconfiggere le esclusioni/pto2) a ri-promuovere gli ormai esangui principi di sussidiarietà statali, oppure tutti con la mano tesa agli angoli delle strade per ri-equlibrare l’autononia personale.
Ovviamente si è sempre creduto fosse (perfino) necessario incentivare il profitto. In gergo economicistico direi: un pensiero ragionevole. Ma l’esperienza ci insegna «day by day», che: insieme a imprenditori galantuomini (aziende serie), vi sono altri (diciamo pure tanti altri… poco galantuomini ) che, per abitudini cosmiche radicate (lo sappiamo dal 2008) tendono ad imitare i “buchi neri”. Il profitto accumulato scompare alla velocità della luce per riapparire (quando riappare) a distanze siderali dalle genti e dai luoghi… exploited. Il tutto coperto da ritornelli tipo: la-ricchezza-dei-pochi-avvantaggia-tutti. Fosse vero (il ritornello) avremmo risolto un sacco di guai planetari, mentre sappiamo di essere (sempre e ancòra) sull’orlo del precipizio, Tutavia ben distratti dagli pseudo messaggi rassicuranti dell’informazione… libera(l). Quel che è certo che la pauperizzazione (strategica) del salariato medio ci viene venduta come fosse parte del panorama della normalità.
Per concludere non saprei se aver maggior timore del centralismo burocratico oppure del decentramento dei… capitali detassati. Perché in fin dei conti scopo ultimo «dell'urgenza» parrebbe comunque essere sempre quello di ridurre le tasse sulla ricchezza privata.
Il problema della riserva frazionaria delle banche commerciali non viene neppure citato.
Dubito che si possa ipotizzare alcunché persistendo in questa omissione.