Votata lo scorso 20 novembre, la risoluzione 2249 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stata pubblicata
dal portale www.blognews24ore.com
Il progetto russo, modificato, è stato presentato nel nuovo contesto a seguito degli attentati di Parigi del 13 novembre. A questo punto la Francia ha presentato una sua proposta e la Russia, per evitare una competizione o una divisione del Consiglio, ha rinunciato al suo progetto e ha votato a favore di quello francese.
La risoluzione 2249 non si riferisce esplicitamente al capitolo VII del regolamento delle Nazioni Unite, il che fa dire a taluni commentatori che non autorizzerà il ricorso alla forza. Però menziona una minaccia mondiale alla pace e alla sicurezza, tema soggetto al capitolo VII, e chiede ai paesi che ne hanno i mezzi di adottare tutte le misure necessarie per – tra le altre cose – sradicare i santuari che lo Stato islamico ha edificato in Siria e in Irak. Il che non lascia dubbi sul genere di intervento che sarà condotto.
La risoluzione non fa distinzione tra le operazioni militari condotte da una sessantina di paesi guidati dagli Stati Uniti da oltre un anno, in violazione della sovranità della Siria, e l’intervento militare russo in territorio siriano, richiesto dal presidente Bachar el Assad. Nella sua presentazione del progetto, la Francia aveva insistito per qualificare gli attentati di Parigi come “atto di guerra”. Ha invece ottenuto una qualifica di “minaccia contro la pace e la sicurezza internazionale”.
Anche gli Stati Uniti hanno perso un punto, perché di recente si erano opposti a un progetto di risoluzione presentato dalla Russia per qualificare il fronte di Al-Nostra come organizzazione terroristica, cosa che Washington rifiutava formalmente e che invece figura nella risoluzione 2249.
La risoluzione 2249 sospende la sovranità territoriale della Siria e dell’Irak, perché non menziona i loro governi né la necessità di coinvolgerli nelle decisioni circa le operazioni militari che verranno condotte nel loro territorio. I paesi che ne avranno i mezzi sono incoraggiati ad avviare campagne militari nelle zone controllate dallo Stato islamico in Irak e in Siria, ignorando totalmente i governi dei due paesi e le frontiere. Spiegando perché gli Stati Uniti avevano votato a favore della risoluzione, l’ambasciatrice americana Michele Sison menziona con insistenza l’urgenza di procedere a un cambio di regime in Siria.
(Fonte : almanar.com.lb)
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