Da Mosca giunge la replica: “Non ci sono prove di doping di stato”. Ma la Russia rischia il fermo delle competizioni internazionali per 2 anni, incluse le Olimpiadi del 2016 a Rio in Brasile.
L’orgoglio nazionale russo
Per la nazione questo terremoto mediatico in campo sportivo è sinonimo di screditamento e di umiliazione. Le vittorie sportive per i russi sono vittorie della nazione, vere e proprie, da equipararsi a quelle politiche; purtroppo però spesso gli atleti russi sono stati trovati positivi alle analisi.
Questa notizia è sicuramente deprimente per l’umore russo, già sottotono a causa degli ultimi fatti di cronaca. Alla luce del ruolo che la Russia ha assunto in Siria e in Ucraina l’opinione pubblica, pur non escludendo la plausibilità delle accuse di doping, resta convinta che non si tratti principalmente di una questione di sport, ma di qualcosa di più vasto: cioè in pratica di un complotto internazionale contro la Russia.
La Russia resta in continuo scontro con l’Occidente in un muro contro muro dove le incomprensioni sono all’ordine del giorno e le tensioni non sono assolutamente in diminuzione.
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