Lo ricordiamo ripubblicando questa bella intervista, del 1° novembre 2013.
Francesco De Maria Secondo la sua esperienza, che immagine ha la gente del Lions? Molto vicina alla realtà oppure relativamente lontana?
Luciano Clerici Penso che il Lions, che è un’associazione mondiale, goda anche qui, da noi, di una buona reputazione. Però, come sempre in tutte le cose, si può far meglio e di più.
Allora bisogna proprio… migliorare l’informazione! Chi ha avuto l’idea di creare l’evento “Lions tra la gente”?
LC L’informazione merita ovviamente particolare attenzione. È il mezzo per comunicare chi siamo e cosa facciamo. L’idea di creare l’evento è stata sinceramente tutta mia ed è maturata in occasione del Lionsday svoltosi sulla piazzetta S. Carlo lo scorso anno. Constatato il successo, ne ho parlato con il cerimoniere del Club Stefano Bosia, immediatamente entusiasta e poi con il presidente Dr. Paolo Cassina, subito spontaneamente d’accordo.
L’edizione 2013, soltanto la seconda se non erro, ha avuto successo? Vuole raccontarci com’è andata? Per la Città era un momento particolare, si erano da poco concluse le combattutissime elezioni comunali, avevamo un nuovo sindaco… (ed è arrivato sul posto).
LC Alla edizione 2013, del 4 maggio, in Piazza Manzoni, malgrado il piovasco di benvenuto, è arriso successo anche grazie alla miglior visibilità del sito. Più di 1000 le porzioni di risotto, offerto sia ai luganesi che a gente di fuori. Fra i tanti abbiamo avuto graditi ospiti Paolo Beltraminelli, Presidente del Consiglio di Stato, Marco Borradori, Sindaco di Lugano e Marco Lucchini Governatore del nostro Distretto.
L’elemento centrale della manifestazione sembra essere… il risotto. Questo piatto popolare amatissimo dai ticinesi e dai lombardi assume in un certo senso un valore simbolico?
LC È vero. L’incontro con una risottata e lieti calici di Merlot ticinese, non può che rallegrare. Di ciò ho un’esperienza maturata in una decina di collaborazioni con l’Associazione del Carnevale di Lugano. Non posso, riconoscente, non rievocare in questo contesto anche la memoria di mio padre, chef de cuisine e di mia madre, ottima cuoca, che furono gestori di un avviato albergo nel Locarnese.
LC La manifestazione deve ringraziare diversi nostri soci per la loro disponibilità e generosità e non può dimenticare che il Comune mette a disposizione le attrezzature. Sono frutti di donazione sia il riso sia il prezioso zafferano, e così pure il Bar.
Ovviamente i Lions luganesi erano presenti in forze. Ma come reagivano gli “altri”, i curiosi, i passanti?
LC L’atmosfera, come già accennato, ha coinvolto in modo gioioso tutti i partecipanti.
La fase organizzativa per il 2014 è già incominciata. C’è qualcosa da cambiare, da migliorare? La data è fissata? Chi si assume i vari compiti organizzativi?
LC È ovvio che stiamo pensando alla prossima risottata. Anzi annuncio che essa si svolgerà il 24 maggio 2014 in Piazza Manzoni e tutti sono invitati.
LC Il nostro statuto prevede che i Lions devono contribuire al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità, promuovere i principi di buon governo, creare e promuovere uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo.
Ci parli dei club luganesi: quanti sono, come si chiamano, quando sono stati fondati, quanti soci hanno?
LC Il Lions Club Lugano, mi permetto sottolineare, è il primo Lions Club di lingua italiana nel mondo essendo stato fondato nel 1950. Successivamente sono sorti Il Lions Club Lugano Ceresio, Il Lions Club Monte Brè, il Leo Club Lugano e il Lions Club Monte Ceneri. Si tratta di circa 200 soci nel Luganese.
C’è chi definisce il Lions “elitario”. Lo è veramente? O si tratta di un pregiudizio?
LC La domanda, chiediamocelo pure, contiene elementi di velata critica o disagio? Rispondo: non è così. Il nostro statuto dice che può essere ammesso chi, di buona reputazione, svolge con prestigio la propria attività. Tutto qui.
Faccia per finire un esperimento mentale e pensi alla sua vita senza la vocazione e l’impegno lionistico. Come la vede?
LC L’anno prossimo saranno 50 anni di mia appartenenza al Club. Se ho dato, questo devono dirlo i Presidenti ed i soci con i quali ho lavorato. Sin dalla mia giovane età, non ho mai avuto difficoltà ad aprirmi verso tutti. Forse, grazie al Lions, ho potuto essere stimolato in questa mia personale inclinazione.
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