Da un po’ di tempo a questa parte è diventato di moda dichiarare, con tono saccente e intellettualchic: “Destra e sinistra sono concetti superati, inadatti a interpretare il mondo moderno”. Ma fatemi il piacere, destra e sinistra sono contrapposizioni fondamentali, oggi più che mai. Nella testa, nella pancia, nel cuore.
Lo si vede benissimo anche in questa combattuta elezione. La Destra, provenendo da varie parti, si raduna e si aggrega. La Sinistra non è da meno: si schiera sull’altra riva del fiume. Al concetto di “partito” si attribuisce (ed io in particolare attribuisco) un’importanza decrescente e minore. Ci sono, naturalmente, gli irriducibili.
Sembra una banalità, e lo sarà anche. Ma è essenziale capire che questi candidati non si assomigliano, non dicono le stesse cose, non vogliono le stesse cose.
Avvertenza. Questo articolo di Piero Marchesi perora la causa del candidato Ghiggia. Ma Ticinolive è sempre lieto di pubblicare articoli di sostegno a uno qualsiasi dei cinque candidati in lizza.
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Cullarsi nelle glorie del passato non è solo un esercizio inficiato dalla malinconia, ma può rappresentare una bussola in grado di orientarci. Ed è al passato che la Svizzera dovrebbe guardare per avere un futuro degno di questo nome: a quella Svizzera realmente neutrale e indipendente in grado di imporsi alla comunità internazionale, a ritornare punto di riferimento persino per le grandi potenze quale terreno di arbitraggio e risoluzione di problemi e contenziosi. Una Svizzera coraggiosa, impegnata a difendere i propri interessi nazionali e la propria gente davanti all’arroganza di un’istituzione sempre più malata qual è l’Unione europea. Struttura contro natura che, però, non perde mai occasione per pontificare su cosa sia meglio per il nostro Paese.
La partita è tutt’altro che chiusa e il 15 novembre bisognerà giocare al meglio le proprie carte: Difficile sconfiggere Lombardi. Ma Fabio Abate ha un vantaggio di soli 4000 mila voti sul candidato Lega/UDC. Il rappresentante del PLR – che, non dimentichiamocelo mai, in passato ha votato a favore di Eveline Widmer Schlumpf e che, come gran parte del suo partito, antepone gli interessi dell’economia a quelli nazionali – può essere realmente costretto a cedere il posto.
Gli ottimi risultati di Battista Ghiggia ci parlano dunque di un obiettivo concreto, non di sogni o speranze. Sarebbe assurdo se, nella Camera alta, la stragrande maggioranza dei ticinesi, che vogliono un’applicazione rigorosa dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, l’espulsione dei criminali stranieri, la messa in discussione dei rapporti con l’Unione europea e con l’Italia, non fosse rappresentata e si desse luce verde a quel modo di fare politica improntato alla sudditanza nei confronti della comunità internazionale e ai dogmi politicamente corretti.
Ma, per evitare l’assurdo, bisogna vedere Battista Ghiggia sedere al Consiglio degli Stati.
Piero Marchesi, Vice Presidente UDC Ticino
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