Economia mondiale, la recessione è iniziata

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Il colosso bancario britannico HSBC ritiene che l’economia mondiale sia in recessione, con il commercio globale in calo del 8,4 % da giugno 2014 a giugno 2015 e il Pil mondiale, espresso in dollari, in calo del 3,4 %. Il denaro fugge dai mercati emergenti a un ritmo sostenuto. Inoltre, le grandi banche sono danneggiate da prestiti enormi che non verranno mai rimborsati e sembra sia in atto una contrazione importante del credito a livello globale.

Il Fondo monetario internazionale, le Nazioni Unite, la Bank of International Settlements di Basilea e Citibank avevano avvisato che una crisi economica sarebbe imminente, ma la maggior parte delle persone pensa che tutto andrà bene. Il livello di fiducia cieca nel sistema è stupefacente.

Le cifre attuali mostrano che l’economia mondiale non è mai stata così negativa dalla recessione del 2008. Il commercio mondiale è in calo, da giugno 2014 su un anno, di -8,4 %. Da un punto di vista tecnico siamo già in recessione. Il Pil mondiale espresso in dollari è negativo di 1’370 miliardi di dollari, o -3,4 %.

I maggiori problemi sono nei paesi emergenti, come si legge in un articolo del quotidiano britannico The Guardian:

“Il terzo atto inizia in paesi meno capaci di concepire misure per bloccare il contagio finanziario e le cui banche sono più fragili. Durante la prossima crisi finanziaria, nelle economie emergenti come Turchia, Brasile, Malesia, Cina, l’aumento dei prezzi dei prodotti di base, già a livelli molto alti a causa del boom economico cinese (alimentato dal debito) sembra non volersi fermare. La Cina ha fabbricato più cemento in tre anni, dal 2010 al 2013, di quanto gli Stati Uniti abbiano prodotto nel 20esimo secolo. Questo non poteva continuare.”

Le banche cinesi sono il punto chiave : qualcuno dei grossi prestiti che hanno concesso non potrà mai essere rimborsato, in modo che oggi non possono prestare con la stessa facilità di prima, per mantenere il tasso di crescita, elevato ma illusorio. I prezzi delle materie prime sono crollati.

I soldi inondano le economie emergenti che però non dispongono di istituzioni finanziarie centrali per attuare piani di salvataggio. Eppure questi paesi rappresentano oltre la metà del Pil mondiale. Non sorprende che il Fondo monetario internazionale sia preoccupato.

Un recente articolo di CBNC è intitolato “La tormenta nelle economie dei paesi emergenti è la terza fase della crisi finanziaria?” La banca Goldman Sachs pensa sia vero e in una nota di settimana scorsa ha dichiarato :

“I mercati emergenti non soffrono solamente della deriva dei mercati, si assiste a una nuova fase della crisi. L’incertezza aumenta circa la debolezza delle ricadute economiche dei mercati emergenti, mentre il calo delle materie prime e il potenziale aumento dei tassi d’interesse americani preoccupano.”

Questa ondata sui mercati emergenti coincide con il crollo dei prezzi delle materie prime, che ha fatto seguito alla fase americana, segnata dagli effetti della crisi immobiliare e la fase europea, quando la crisi americana era dilagata sottoforma di problema del debito sovrano in Europa, ha indicato Goldman Sachs.

E’ noto che quando questo colosso bancario lancia l’allarme, di solito è già troppo tardi.

(Fonte : The Economic Collapse.com)

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