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IRE di Dio: la Grande Bugia la paga il contribuente ticinese – di Sergio Savoia

SuperSergio ha perso i voti… ma non la sua verve!

“È COME CHIEDERE AL TENUTARIO DI UN BORDELLO SE LE RAGAZZE SONO FELICI” (memorabile, assunto quale “pensiero del giorno”)


dal portale www.blog.savoia.ch

Lo studio dell’IRE, commissionato dall’ufficio presidenziale del Gran Consiglio e pubblicato in settembre, di cui oggi dà conto la Regione Ticino, dice che “Non si riscontra alcuna prova che l’impiego di lavoratori frontalieri abbia aumentato il rischio di disoccupazione dei lavoratoti nativi – né in Svizzera né in Ticino”. Secondo lo studio, le aziende non assumono i frontalieri perché costano meno ma “il reclutamento per lo più ‘casuale’ di lavoratori stranieri da parte delle aziende ticinesi è dovuto al fatto che il candidato straniero ha semplicemente mostrato il profilo più adatto per il posto da ricoprire”.

Come ha fatto l’IRE ha ottenere un simile spettacolare e sorprendente risultato? Ebbene, lo ha chiesto… alle aziende! Figuriamoci è come chiedere al proprietario di un bordello se le ragazze sono felici. Domanda: ma l’IRE lo abbiamo pagato noi per farci prendere per i fondelli? Risposta: sì.

Nota bene: uno studio del genere serve solo ai nostri amici dei ministeri romani per andare a sedersi al tavolo delle trattative con Berna (i loro emissari sono seduti al tavolo, gli emissari bernesi sono comodamente accomodati per terra). Potranno argomentare (usando uno studio farlocco pagato dal contribuente ticinese) che qui va tutto bene e che i cittadini ticinesi sono un po’ cretini.

Un altro paio di domande: quanto ci è costato questa gigantesca stupidaggine? Perché fare uno studio con interviste alle aziende quando l’USTAT pubblica già i dati sul dumping ed è DIMOSTRATO che c’è dumping in Ticino? La grande bugia non è finita. Continua. La pagate voi con le vostre tasse.

PS: la prossima volta lo studio facciamolo fare in Italia. Ci costa meno…

Sergio Savoia

Relatore

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