Pubblichiamo integralmente il comunicato dell’UDC Ticino, che nel caso particolare è giusto che venga prima di tutti gli altri.
Il premio per il titolo più incredibile lo vince (con distacco) il GdP: “Si torna a votare, trattative ormai inutili”. Che è all’incirca come dire: “100.000 firme raccolte a pagamento annullano – prima di qualsiasi votazione – una norma costituzionale approvata dal popolo”.
Se certe “trattative” risultano inutili, non è certo perché Dimitri ha raccolto le firme; ma perché il governo punta al fallimento, aspettando solo il momento di poter dire beato: “Lo vedete? Era impossibile!”
Naturalmente, Dimitri raccoglie le firme anche nella speranza di indebolire al massimo la posizione negoziale della Svizzera.
Oltre ad avere un sensibilità democratica tutta loro, un rispetto della volontà popolare pari a quello che aveva Stalin** e una capacità di vedere il futuro degna di una fattucchiera, i sostenitori della democrazia un tanto al chilo non si sono accorti che, in tutta Europa, il problema legato all’immigrazione ha assunto contorni drammatici. Tanto che nelle stesse ore in cui facevano udire i loro squilli di trombone, i sondaggi pre elettorali davano i Democratici di Svezia al 25,3%. Primo partito, proprio a causa del problema dell’immigrazione.
Non contenti che, dopo un anno e mezzo dal voto, l’iniziativa UDC sia ancora carta straccia, e non soddisfatti per l’attendismo, le genuflessioni e le giugulatorie del governo elvetico nei confronti dell’Unione europea, gli auroturbo di RASA hanno pensato bene di piazzare la loro brilante iniziativa per dare una mano al neo capo negoziatore con l’Ue, Jacques De Watteville.
Indebolita ulteriormente la posizione della Svizzera nelle trattative con Bruxelles (in altri tempi si sarebbe parlato di alto tradimento), quelli di RASA si illudono che il terrorismo psicologico sortirà gli effertti sperati. E che i cittadini ammetteranno di essersi sbagliati.
Noi siamo convinti che avverrà il contrario, perché gli svizzeri, nel corso della storia, hanno dimostrato di non amare né i prepotenti, né gli imbroglioni. Ma quel che è chiaro è che, visti gli sporchi giochi in atto, mettere subito al voto l’iniziativa ticinese “Prima i nostri” sia una questione di sopravvivenza.
Gabriele Pinoja Presidente UDC
** Bella la citazione del nome del Grande Tiranno, proprio oggi, a 75 anni esatti da quel fatale 20 agosto 1940. Il suo rivale Leone Trotzky viveva esule in Messico ma lo spietato dittatore non aveva dimenticato, né perdonato. Il suo sicario colpì a tradimento e con una piccozza sfondò il cranio del bolscevico sconfitto.
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Semplicissimo: voteremo come abbiamo votato il 9 febbraio; e NON voteremo come NON abbiamo votato il 9 febbraio.
Quando un pagliaccio si mette a far politica corre sempre il rischio di farla da pagliaccio.
Se ne accorgerà quando ci faranno rivotare, e allora capiranno anche i pagliacci di Bruxelles. Quello di Rasa no, certi problemi non è in grado di capirli, lui è un esperto di sovvenzioni statali.