The Sky Trembles and the Earth is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers di Ben Rivers – Inghilterra 2015 / concorso internazionale
Chiedo al regista: – Per quale motivo il suono e l’immagine appaiono “sporchi” all’inizio del film? Il suono sembra il gracchiare di un vecchio 33 giri, l’immagine sui titoli di testa addirittura sembra quella di una pellicola rovinata. Sobbalza come se il rullo stesse incastrandosi nel proiettore. Poi, partendo da una pezzo musicale molto ritmato e attuale che accompagna la visione dai vetri di un taxi di un paesaggio arido con poche abitazioni, il suono si fa perfetto, una tecnica raffinata: l’abbaiare del cane ti fa pensare che il cane sia in sala. L’immagine invece rimane “sporca” fino al termine del film. –
Per il suono, mi dice, ho avuto dei tecnici decisamente abili e si sente. Per l’immagine è volutamente “polverosa” come il Marocco dell’Atlas che riprende. Inoltre non sono riprese digitali ma fatte con una 16 mm (infatti sembra di vedere un film girato dal vecchio papà in super8). Ed è voluto, non mi piacciono le immagini nitide, ben definite.
Basato su un autore già visitato da Bertolucci con il Thè del deserto, ha una storia di cattiveria. Un uomo viene aggredito, gli strappano la lingua, che danno al cane, e poi viene rivestito con un sudario ricoperto da coperchi di scatole di latta. Viene trascinato da uomini a cavallo in paesaggi monotoni e desertici. Il suo compito sarà quello di ballare per provocare rumore di latta: l’uomo rottame, viene chiamato. Quando appare pronto ed esperto nei movimenti rumorosi, viene venduto ad un ricco e si dovrebbe esibire accomapagnato da una vera orchestra. Ma lui non si muove, anche se lo bastonano. Il film finisce con l’uomo rottame che corre verso un sole arancione-polvere verso un deserto-polvere sconfinato.
PS Era la proiezione mattutina per la stampa. Io avevo dormito poco ed ero felice della scelta: le scene statiche piuttosto numerose mi permettevano di schiacciare una bella serie di pennichelle pur seguendo il film. Le lunghe scene dell’inizio della pennichella le ritrovavo identiche al risveglio. E poi il film ripartiva da lì…
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