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Primato svizzero nella lotta contro la MERS: anche le scoperte scientifiche fanno grandi una nazione

Una nazione, un popolo, non sono grandi solo per logiche politiche ed economiche che danno benessere interno ma devono anche rappresentare un simbolo di progresso scientifico, un esempio di come l’intelligenza umana e le risorse di un paese vengano messe a frutto per dare innovazione, progresso, tecnologia su tutti i fronti.

In occasione della Festa Nazionale Svizzera vogliamo ricordare una scoperta scientifica di pregio e prestigio, un nuovo primato per la Svizzera che si aggiudica un passo avanti nella scoperta di nuove cure, nuove strategie vincenti anche sotto il profilo della guarigione e delle prospettive di vita.

Negli anni passati la MERS è stata meno propagandata da tv e giornali rispetto alla SARS, anche se è comunque un fenomeno di una certa rilevanza in campo medico-sanitario. In questi giorni è stato annunciata dai media una nuova svolta importante nell’ambito della lotta contro questo virus nel processo di sviluppo delle nuove terapie: ad oggi, infatti, non esistono né cure antivirali né vaccini specifici per questo agente eziopatologico.

Innanzitutto che cos’è il Mers-Cov?

La MERS (dall’inglese Middle East Respiratory Syndrome) o sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus è una patologia causata dal coronavirus MERS-CoV simile al virus responsabile della SARS, ma contraddistinto da un più alto tasso di mortalità. Esso si aggira infatti attorno al 30% (mentre per la SARS è del 10%). La MERS è però meno contagiosa.

Dal 2012, quando il virus si è sviluppato in Medio Oriente, esso ha causato 500 decessi su 1200 persone infettate. Paragonata spesso alla Sars, la sindrome acuta respiratoria grave che nel 2003 mise in emergenza l’intero pianeta, in realtà la MERS presenta aspetti differenti nelle modalità di contagio, nell’attività del virus all’interno dell’organismo e nella sintomatologia.

Un passo avanti nella lotta alla MERS arriva dalla Svizzera
Un potente anticorpo umano è stato isolato dall’équipe dell’immunologo Antonio Lanzavecchia, direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona. La scoperta, che apre una “scorciatoia” verso lo sviluppo di cure antivirali, è annunciata sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) dal gruppo di ricerca del professor Lanzavecchia, direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina dell’Università della Svizzera Italiana.

L’anticorpo, chiamato con la sigla LCA60, è stato individuato nel sangue di un paziente infettato dal virus  e già dai  primi test di laboratorio si è dimostrato efficace nel neutralizzare diversi ceppi del coronavirus responsabile della sindrome respiratoria: esso riesce infatti ad immobilizzare il virus bloccando la cosiddetta proteina ‘S’ con cui riconosce la cellula da infettare.

Con la speranza che nuovi ricercatori e studiosi svizzeri possano portare il nome del loro paese in cima alle classifiche delle  scoperte importanti per l’umanità, auguriamo alla Confederazione un altro anno di prosperità.

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OMAGGIO ALLA FESTA NAZIONALE SVIZZERA: 1° AGOSTO A CASLANO

Foto con il leghista Norman Gobbbi durante la sua allocuzione.

Poi la serata è continuata con festeggiamenti, fuochi e tanta bella musica.

Hedy Lamarr

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