Burocrazia contro turismo – Vogliamo proprio andare a fondo? – di Michela Ris

Visualizzate per un momento una regione turistica con un lago attraente e variegato, come il Lago Maggiore o il Ceresio, la creazione di nuovi porti e la ristrutturazione di altri già esistenti, l’operosità di molti alberghi e ristoranti pronti ad accogliere ogni nuova stagione i turisti che visitano e perlustrano il nostro territorio. Immaginatevi ora le aspettative di coloro che per la prima volta o per un affezionato rituale scelgono il Ticino quale meta, ricalcando le abitudini che già avevano i loro genitori, decidendo magari di valorizzare la loro presenza impegnandosi ad una residenza secondaria per trascorrere le vacanze, concedendosi qualche giornata in barca sul nostro lago, sfruttando anche le rive e le acque della vicina Italia.

Questo è il quadro di una regione turistica che deve, ogni stagione, anno dopo anno, rivedere e migliorare la propria offerta e la propria attrattiva. Uno dei peggiori mali di un sistema competitivo – dal mondo del lavoro a quello del turismo – è la burocrazia che appesantisce ogni aspetto dinamico della vita di ognuno. È per esempio il caso di una strana legge che obbliga a compilare il modulo di “Istanza di ammissione temporanea in esonero totale e senza garanzia di natanti ed imbarcazioni immatricolati all’estero condotte da cittadini comunitari”. Nel concreto, affinché possa essere rilasciata l’autorizzazione a navigare nelle acque dei nostri laghi si chiede copia del libretto dell’imbarcazione o del natante, copia del documento di identità o passaporto, copia dell’assicurazione del natante e infine copia del permesso B/C o altro documento con residenza Svizzera. In buona sostanza chi non è svizzero o residente non può navigare oltre la nostra frontiera e, in caso di controllo da parte della Guardia di Finanza, il natante verrebbe sequestrato (!). La barca deve essere infatti immatricolata in un paese comunitario per non incorrere in sanzioni. Ecco un esempio dove il Legislatore ha ben pensato di costruire una linea immaginaria sul lago, dall’utilità dubbia ma dal fastidio certo.

La salute del turismo – e quindi di un settore vitale per molti ticinesi – non passa unicamente da piccoli e grandi eventi, da un’offerta sempre più personalizzata e da una promozione capillare delle nostre virtù paesaggistiche ed enogastronomiche. Occorre anche vegliare a che non si producano leggi e procedure burocratiche che costituiscono la tipica sabbia negli ingranaggi delle vacanze e delle attività di coloro che scelgono di investire tempo e risorse nella nostra regione. E questo nonostante i voli low cost, il franco (troppo) forte, le ore di coda al Gottardo e le offerte estere sempre più stracciate, ecc. che costituiscono un quadro di concorrenza parecchio agguerrita. Ecco che quindi quando si parla di accordi con l’Italia, occorre sfruttare il tavolo di trattativa per rivedere a 360 gradi i rapporti fra i due Paesi, che non si possono ricondurre unicamente alla telenovela del blocco dei ristorni e al tira e molla sul moltiplicatore d’imposta alla fonte.

Michela Ris
municipale PLR Ascona
candidata PLR al Consiglio Nazionale

Relatore

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