Il parere dell’estrema sinistra è talvolta il più interessante e bisogna ammettere che questo pezzo “indignado” diffuso dal Forum Alternativo contiene alcune verità. Naturalmente i compagni non dicono tutto. Non dicono
— che i Greci hanno votato Tsipras solo perché questo Davide armato di tirasassi ha issato la bandiera del “non pagheremo mai”
— e che i Greci, in effetti, non pagheranno MAI
Dopo tutto quello di pagare i debiti è indiscutibilmente un imperativo categorico di carattere reazionario. A un “progressista” un’idea del genere non verrebbe mai in mente.
Quanto alla Destra, bisogna ammettere che essa vive questa tragicommedia greca in modo positivo, e non già per puro sadismo. Come ha ben detto Alfonso Tuor stasera in TV – tutti bravi, ognuno a suo modo, Tuor Barone Adesi Rossi Miglierina e il presidente della Comunità ellenica del Ticino – il minuscolo Tsipras ha dato il via alla disgregazione progressiva dell’euro e, si spera, alla disgregazione progressiva di questa Europa deviata, che ha imboccato una via disastrosa e oscura.
Grecia = non tutto il male vien per nuocere: questa equazione vi propongo stasera.
È quindi importante rendersi conto che anche le decisioni della maratona di Bruxelles sono fondamentalmente politiche: strozzando la Grecia, ora nuovamente controllata dai balivi della Troika, si vuole penalizzare il governo di sinistra di Syriza, soprattutto per evitare che nei prossimi anni tutto il Sud dell’Europa si ribelli alle draconiane misure neoliberali imposte da Bruxelles e da Berlino. È quindi ora che tutta la sinistra svizzera ed Europea scenda in piazza a protestare contro chi sta affamando per ragioni politiche il popolo greco, infischiandosene che nel frattempo in quel paese la mortalità infantile è aumentata del 10% e i suicidi del 20%. Il minimo che possa fare il PS svizzero, che aveva salutato con un comunicato trionfalistico il NO dei greci in occasione del recente referendum, sarebbe di organizzare una manifestazione di protesta, anche contro l’atteggiamento inqualificabile dei socialdemocratici tedeschi, che hanno assecondato le misure demenziali di Schäuble. Cento anni fa i “socialdemocratici” tedeschi, votando i crediti di guerra, avevano tradito i loro principi, permettendo così lo scoppio della prima guerra mondiale. Cento anni dopo il loro atteggiamento non è cambiato.
Forum Alternativo (dr. Franco Cavalli)
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A proposito; non esiste il premio Nobel dell'Economia,
Post di mykanban (pervenuto a JthR)
Come la mettiamo con la storica “officina” produttrice dei basilari valori democratici un tempo stazionata sull’Egeo, contro il più volte definito “democratico ricatto” nordeuropeo della modernità mercantile? Vuoi mettere una decina di miliardi in banconote ristampabili contro interi secoli di civilizzazione culturale, linguistica e continentale irripetibili? O viceversa. A proposito di “democratico ricatto” si narra che l’ex ministro Varoufakis, ebbe a replicare alle insistenze del ministro Schauble: «Bene, allora dovremmo abolire le elezioni nei Paesi indebitati». Perfetta sintesi.
Ne deduco che il tribalismo contemporaneo è economico. Quindi rido (se non fosse tragico) di muri geografici, tra stati, nazioni, terre e grandi/piccole regioni politiche in svendita. I muri (fisici) di contenimento saranno rassicuranti per ottenere effimeri consensi elettorali, ma presto crolleranno sotto il peso delle inespugnabili differenze economiche. Resteranno a consolare gli estimatori delle cinte murarie quegli alt(r)i “muri” (e lo ri-ri-ripeto) molto ben difesi anche politicamente. Ovverosia i muri delle esotiche enclaves résidentielles, delle gated communities, dei condominios fechados, dei barrios privados, dei country club, dei conjuntos cerrados, con l’eliporto compreso, entro le fortezze della ricchezza privata. Anzi… privante.
Regna pure una grande confusione anche sotto il cielo delle cosiddette ineffabili “differenze” culturali. Che poi, chi lo sa?, diventano pure economiche. Anche se il concetto di etnie è scientificamente inesistente, come s’usa ricordare negli ultimi sprazzi rimastici del politicamente corretto, ecco che qua e là ti scappa di leggere qualche osservazione sul rigore dei tedeschi, sulla poca voglia di lavorare dei mediterranei, sui disastri civici delle pur simpatiche popolazioni del sud elvetico, europeo e latinoamericano. Insomma mettiamoci d’accordo. Sul plurale e sul singolare. Qualcuno ha scritto non “giudico” etnie, “giudico” persone. Vabbé. Cominciamo col dire che quel “giudico” mi sta antipatico. Poi che sia sempre vero che non si “valutino” i contesti “antropologici” mi sembra assai infantile.
Non c’è giorno che non si “giudichi” la trascuratezza con la quale i “Greci” (tutti i Greci?) hanno tenuto, controllato, gestito la “Loro” contabilità. Non c’è giorno che non si ricordi ai “Tedeschi” (tutti i Tedeschi?) di essere stati “Loro” a non aver pagato il “debito” di due consecutive e micidiali guerre mondiali. Non c’è giorno, perfino, che non si rinfaccino gli imponenti trascorsi storici e culturali dei Greci… antichi, quasi a giustificare (o a condannare) l’attualità debitoria. Noi (tutti noi?) debitori verso il Peloponneso culturale, e “Loro” (tutti loro?) debitori verso il FMI e quant’altro.
Insomma mi girerebbe assai se fossi giudicato meno positivamente perché “Greco moderno indebitato”, rispetto a un Greco coevo di Aristotele storicamente ritenuto più affidabile. Potrei magari anche capire se confrontato con l’altro Aristotele. Onassis.