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Una Polizia forte da costruire insieme – di Natalia Ferrara Micocci

(pubblicato come opinione nel CdT)

Continuano e si intensificano gli attacchi contro “SuperNorman” (i suoi lo chiamano così). Particolarmente virulento quello odierno sul Caffè (l’ho visto 5 minuti fa), persino goffo nella zelante frenesia del giornalista di “far bene” (sono stato bravo? vero che ho colpito duro? ho diritto a un premio?) In un certo senso sono attacchi “fuori tempo massimo” visto che il Nostro è stato solidamente rieletto.

Dal canto suo Natalia continua imperterrita la sua campagna contro il suo “avversario storico” (una storia di pochi mesi in verità, per ora). L’articolo è interessante ma abbastanza fragile sul piano logico. “Ciò che conta – davvero – non è la forma organizzativa delle forze di Polizia, ma la qualità del suo funzionamento”, vi si argomenta. Al che si potrebbe troppo facilmente obiettare che la forma della polizia, cioè la sua struttura, non può non influenzare l’efficacia della stessa.

Si noti che sulla questione di fondo, che rimane opinabile, io non prendo affatto posizione. So anche, per dirne una, che Lugano non è entusiasta del progetto di “polizia unica”.

È un vero peccato (e mi sorprende) che Natalia non corra per il Nazionale. Una lista Cassis-Merlini-Cattaneo-Micocci sarebbe stata formidabile, una vera bomba,  e… da brivido. Avrebbe anche avuto il vantaggio di evitare le lamentazioni del sindaco Colombo. Ma tant’è.

NOTA. Quelli che amano vedere SuperNorman nella polvere, vadano a leggersi il drammatico “Gobbi sta sprofondando nelle sabbie mobili”. È tremendo (ma, come detto, i buoi sono allegramente scappati dalla stalla). Volevate Micocci? Oh sì. Ma sarebbe stato… Bertini.

Il Ministro Norman Gobbi è tornato ieri, da queste colonne, a parlare di Polizia, facendo riferimento anche ad un mio intervento al termine della seduta parlamentare, con cui affermavo che la sua decisione di ritirare il messaggio avrebbe “fatto storia”. Ne resto convinta, perché la storia del Ticino è anche la storia della sua Polizia, anzi delle sue Polizie e, in questo senso, l’intelligente ripensamento di un Consigliere di Stato capace di ricredersi su un tema così importante ha effettivamente una dimensione di rilievo.

Ho smesso la funzione di Magistrato ma non di occuparmi di sicurezza e, per farlo, continuo a credere che si debbano privilegiare gli argomenti agli schieramenti. Molti deputati si sono sorpresi dell’ormai ribattezzato coup de théâtre, alcuni hanno anche alzato i toni. Per parte mia, ho espresso uno stupore positivo, sia per il gesto, pur tardivo, sia per il chiaro impegno preso verso il Parlamento e la cittadinanza tutta. Con l’auspicio di non sbagliarmi, ho ritenuto vi fosse sostanza dietro la dichiarazione della sincera volontà di “cogliere i segnali positivi e costruttivi lanciati dal Parlamento, ritirando un messaggio con l’obiettivo di presentare un progetto completo e il più possibile condiviso”, come ribadito ieri dallo stesso Direttore del Dipartimento delle Istituzioni su queste pagine.

Possiamo ora tornare al merito della questione circa la futura Polizia con calma e ragionando non solo per visioni ma anche per progetti. La questione centrale non è l’unicità della Polizia, ma la qualità del suo lavoro. Dovremmo evitare alle donne e agli uomini della Cantonale, delle Polizie Comunali ed anche Regionali un futuro di incertezza e controversia politica permanente, simile a quello che, purtroppo, contraddistingue i perduranti dibattiti sul futuro – più o meno centralizzato – dell’EOC e del sistema sanitario in genere, sempre in bilico, appunto, tra visioni e divisioni.
L’attenzione al tema sicurezza, è giustamente tale per cui, indubbiamente, il Ministro Gobbi dovrà coinvolgere tutti gli attori, alla ricerca di argomenti, non di sostenitori o oppositori, senza pregiudizi, e, soprattutto, senza personalismi. Ciò che conta – davvero – non è la forma organizzativa delle forze di Polizia, ma la qualità del suo funzionamento. Come ho evidenziato nel dibattito in Parlamento, la forma deve servire alla funzione, non viceversa. Non devono esserci dogmi organizzativi, concentrandosi piuttosto sulle necessità operative, valorizzando così ogni risorsa e partendo dalle capacità dimostrate dai vari Corpi, compresi quelli Comunali, indispensabili nello svolgimento di tutti i compiti di prossimità (e non solo).

Mentre è giusto augurare buon lavoro al Dipartimento, a stretto contatto con gli Enti locali e tutti gli interessati, rimango in attesa di risposte, che solo con il tempo, anche grazie all’implementazione della Legge sulla collaborazione fra la Polizia cantonale e le Polizie comunali, si potranno dare. Frattanto, continuo a battermi per una Polizia che sia forte ed autorevole, prima che unica, ticinese o che dir si voglia.

Natalia Ferrara Micocci, avvocato, deputata PLRT al Gran Consiglio


Relatore

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