L’interesse confederale, lo scambio culturale fra le tre regioni linguistiche è uno dei motivi che giustificherebbe che la Svizzera abbia di gran lunga la radiotelevisione più costosa d’Europa.
Ma, guardiamo le cifre, l’apporto alla coesione federale sembra quasi infinitesimale, tenendo conto che:
a) Nella Svizzera tedesca il 32,2% segue le emittenti della Svizzera tedesca stessa, il 62% segue la TV straniera e ben (!) lo 0,5% guarda la televisione della Svizzera francese e della Svizzera italiana.
Ripeto: non il 5% ma lo 0,5%, quindi nemmeno uno su cento!
b) Non molto diversa la situazione nella Svizzera romanda: il 29,1% segue la propria televisione, il 68,8% le televisioni straniere e l’1,6% segue la televisione Svizzera tedesca o ticinese.
Ma quando la smetteranno di raccontarci delle frottole?
Per quanto attiene specificamente al Ticino, l’argomento principe è servito: pensate alla manna che cade dal cielo (cioè da Berna) sul nostro minuscolo 5 per cento, tra Pedrinate e Bedretto! Confesso che questo argomento, supposto “asso vincente nella manica”, mi lascia alquanto indifferente. Altri saranno molto più sensibili ad esso.
Oltre tutto, il catastrofismo apocalittico dei fautori della nuova tassa fa sorridere. È ben evidente che, se questa fosse (giustamente) respinta dal popolo, i loro (grassi) soldi li avrebbero comunque! Il problema (secondo me) è che ne vogliono di più. Per questo si agitano e perdono il sonno.
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