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Inaugurazione EXPO: alta tensione a Milano

1 maggio 2015 è la data ufficiale  dell’inaugurazione di Expo Fiera e, tra mesi di polemiche dilaganti, si teme che proprio in coincidenza della fatidica apertura, non mancheranno manifestazioni contrarie a questo evento che del resto sono già iniziate da ieri.
La protesta del 30 aprile, la prima delle manifestazioni “NO EXPO”, è incominciata alla mattina intorno alle 10, quando  in piazza Cairoli, si sono radunati quasi mille tra studenti anche giovanissimi e antagonisti. Sono stati accesi fumogeni e la statua al centro di largo Cairoli è stata coperta con una bandiera.
Due manifestanti sono saliti sul tetto dell’Expo Gate, la struttura che davanti al Castello Sforzesco di   Milano rappresenta l’Esposizione, e da lì hanno srotolato uno striscione con la scritta: “Grande evento uguale grande bufala. No Expo: un altro mondo è possibile“.

Il bilancio della prima protesta, poco piacevole ma non così allarmante e grave,  consta di uova lanciate al consolato turco e di un ulteriore lancio di uova e bottiglie contro il balcone di un milanese in giacca e cravatta, un notaio, che aveva appeso un tricolore al suo balcone.
Non è mancata anche la visiva attività di imbrattamento delle superfici, soprattutto ad opera di un gruppo di manifestanti mascherati con volto coperto da passamontagna e caschi,  in particolar modo sulla sede Manpower le cui vetrine sono state bersagliate da un lancio di uova, fumogeni, sassi e pietre. Imbrattata anche la sede Enel di via Broletto.
Una decina di militanti della galassia No Expo, tra cui qualche spagnolo, sono stati portati in questura per accertamenti e una ventenne è stata arrestata per resistenza.
Tre antagonisti tedeschi denunciati per possesso di armi improprie e occupazione abusiva, ritenuti un pericolo sociale dai giudici del Tribunale civile che hanno convalidato  il provvedimento urgente di espulsione, dopo  che sono stati rinvenuti materiali sospetti, di loro proprietà, come maschere antigas, guanti in lattice e colla, flaconi e bottiglie di liquido infiammabili per confezionare molotov.

Nell’ attesa dell’inaugurazione, squadre speciali di agenti della DIGOS, stanno compiendo manovre preventive tra cui perquisizioni di luoghi sensibili e  requisizioni di materiali potenzialmente pericolosi come mazze ferrate, 58 bombolette di vernice, spray illegale urticante.
Ma il gruppo che più desta sospetti ai responsabili della sicurezza è composto da un migliaio di persone, molte di loro già approdate a Milano. Si tratterebbe soprattutto di  anarchici e casseur italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, greci, svizzeri e inglesi e si teme che questo assemblamento possa muoversi prima del corteo con azioni diverse o sincronizzate per colpire istituzioni finanziarie non che luoghi simbolo della città.

 Maurizio Martina, il ministro dell’Agricoltura, ha lanciato il suo appello universale:“Expo è una festa dei popoli, che consente alle persone di incontrarsi, anche nella pluralità di opinioni e pensieri. Non c’è alcun bisogno di rovinarla con atteggiamenti sbagliati. Per cui, massimo rispetto per tutti e rispettare un grande evento come questo è e, soprattutto, i tantissimi che vogliono viverlo bene”.

Il commento di Gianna Finardi:

<< Colpire sedi di Enel e di Manpower significa comunque colpire dei marchi, dei nomi, delle firme su scala internazionale, dei simboli di potere.
Mentre Enel ha a che fare con l’energia e le scelte di approvvigionamento-gestione di ogni bene di energia mobile o immobile, Manpower rappresenta il simbolo delle agenzie del lavoro interinale e la nuova gestione del mercato lavorativo. 
Prendere di mira con uova un consolato oppure una bandiera sventolata da un uomo “bene” in giacca e cravatta, certamente sono dei segni di protesta giovanile nei confronti di un sistema che, soprattutto in Italia, sta dando esiti pesanti il cui prezzo lo pagano le nuove generazioni. Basti pensare che la disoccupazione giovanile questo mese è arrivata al record del 43%, cifre che fanno pensare specie a ridosso del famoso jobs act parlamentare.
Quando poi politici e media spesso additano i giovani come “fannulloni”, la cosa fa ancora piu’ discutere.

C’è anche da temere che la protesta non sia appunto solo un fatto italiano, in Expo sono rappresentati tantissimi paesi nel mondo e  forse numerosi gruppi di scontenti, ognuno per i suoi motivi, colgono l’occasione per manifestare la loro rabbia, a volte appunto giustificata, sfogandosi e dando vita ad atti come quelli di ieri.
Certo, sfogarsi è giusto ma alla fine?
Alla fine il tasso di occupazione non credo che salirà grazie a manifestazioni simili.

Purtroppo ci vuole ben altro e ci si auspica che oggi 1°maggio, non si ripetano atti di violenza estrema come al G8.
Ce lo auguriamo perché spesso nella folla, tra enfasi e rabbia, la mano può scappare e una manifestazione si può tramutare in un qualcosa di veramente terrificante.
Indiscutibile è il valore delle parole scritte sullo striscione sventolato dal tetto di Expo Gate: ci vorrebbe davvero un altro mondo>>.

 

Hedy Lamarr

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