Visto che sono in casa mia e per ciò stesso godo del diritto di parola, propongo questa variante: cerchiamo di non finire… dove i Socialisti vorrebbero farci finire!
Quanto alla “polarizzazione” sulla sfida (la terza!) Lega-PLR, se Lurati si fosse degnato di chiedere la mia opinione nel giugno 2014 (o anche prima) gli avrei fatto presente che essa era fatale e inevitabile, con buona pace del PPD, del PS, della Destra, eccetera.
È un match cruciale, con una posta molto alta, che potrà condizionare anche le comunali 2016 sulle rive del Ceresio. Per questo i leghisti ci son dentro tutti, non solo Gobbi e Zali, ma Borradori e Quadri e il resto della compagnia.
La Lega ha toccato il suo massimo e incomincia a rifluire, oppure si conferma e consolida il suo primato? Come diceva il buon Amleto “That is the question” (Lui diceva anche, aggirandosi cupo per il castello di Helsingor : “C’è del marcio in Danimarca”, ma era notoriamente un tipo scontroso e intrattabile. Nella foto il sommo Laurence Olivier mentre pronuncia il celebre To be or not to be)
Si dipingono scenari a dir poco surreali (con il PPD che guadagna 2 seggi, il PS che scompare dal governo, i Verdi che sono ridotti all’1% e altre amenità del genere), tuttavia con un obiettivo chiaro dietro a quest’intensità di fumogeni: quello di polarizzare l’attenzione dell’elettorato sulla Lega e sul PLR, dimenticando che i destini del Cantone non sono affidati a due soli partiti.
L’obiettivo che sta dietro a quest’operazione qualcuno lo ha comunque espresso in maniera schietta: estromettere i Socialisti dal Consiglio di Stato. Perché? Per poter finalmente dar seguito a quelle politiche di Destra magistralmente esemplificate in queste settimane dal Governo del Canton Zugo (nel quale non siede neanche un Socialista): tagli nella scuola, aumento degli allievi per classe, tagli nella sanità e riduzione dei sussidi di cassa malati.
Il Partito Socialista si rivolge allora al ceto medio ticinese e alle classi più sfavorite per metterli in guardia da questo tentativo, anche un po’ goffo, di penalizzare la stragrande parte della popolazione ticinese. Guardatevi da questi pifferai e votate per il PS, l’unica alternativa a politiche che favoriscono sempre i soliti, arricchendo chi è già ricco e impoverendo chi è già in difficoltà.
Firmato: Saverio Lurati e Pelin Kandemir Bordoli
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Si sentono traditi da La Regione?
"Quel sondaggio è taroccato!"
Lo dicono tutti tranne uno.
Solo Jack ci crede.
E se fosse taroccato quello del GdP ?
Zugo come archetipo del neoliberismo in chiave rossocrociata?
Lo Swisscapitalism?
Mi capita, di tanto in tanto, di recarmi in zona. Di passaggio.
Con un colpo d’occhio vedi subito che girano quattrini.
Anche dalle cilindrate targate ZG disseminate sulla Chamerstrasse.
Certo si può creare un cantone sullo stile delle gated communities.
Un territorio blindato: only for richest people.
E gli altri?
Che vadano altrove!
Chiedano asilo dove ancora c’è lo Stato… sociale.
In fondo… a sinistra.
Si dice che più della metà della popolazione americana (56%) non superi un reddito di 22mila dollari. All’anno, lordi, s’intende, ovviamente. Mentre l’uno per cento (1%) della stessa popolazione dal 1978 in poi ha aumentato il proprio reddito del 256% (duecentocinquantasei per cento). Vivono blindati in zone esclusive: appunto, quartieri residenziali recintati.
Nel 2010 lo 0.5% della popolazione mondiale deteneva la bellezza di 2’875’000 pro capite mentre il restante 68% “godeva” dei restante 4,2%. Nella “ricca” Germania ca 8 milioni di occupati hanno un salario mensile che non supera gli 800€. Altri, coi mini-job, arrivano a malapena a 500€. Non parliamo (per pudore) del Sudeuropa. E, per altrettanto pudore, non parliamo neppure di disoccupazione, di delocalizzazioni e relativa schiavitù operaia: i cosiddetti trionfi del capitalismo. Quisquilie nascoste dietro montagne di chiacchiere anticomuniste.
Interessante invece la vicenda islandese che narra del coraggioso e dignitoso rifiuto -della seppur piccola nazione- di assumersi il debito finanziario privato (già definito “debito detestabile”) e che giustamente processa i responsabili del crack. Perché è così che andava fatto. Da sùbito, prima del debito pubblico subìto.
Avvenimenti ovviamente negletti. Dimenticati. Nascosti. Celati nelle pieghe del mainstream dello swisscapitalism. Noi amiamo trastullarci, invece, con le baggianate ideologiche sui comunisti. Forse qualcuno a destra, crede ancora che sia l’invidia a generare le statistiche e le proteste.
Forse perché è pur sempre difficile digerire che: l’odio di classe (magari dall’alto verso il basso), la violenza, la fame e la povertà, per non parlare di dittatura (esplicita oppure mimetizzata) siano avulsi dalle prerogative del capitalismo finanziario privato.
Struggle for life and death. Il triage naturale. Eugenetica.
Basterebbe ammetterlo.