Ma quale turismo abbiamo in mente in Ticino? Fino ad oggi si è discusso della necessità di dargli una nuova veste, ma agli occhi dei più l’offerta non è cambiata da decenni. Le tendenze e le esigenze della clientela sono invece molto cambiate nel frattempo, e la concorrenza di nuove formule e Paesi emergenti è diventata spietata, con maggior offerta, comfort, servizi, accoglienza e prezzi contenuti.
Le importanti sfide saranno, oltre all’alta offerta di nicchia, visto la moneta forte, il raddoppio del Gottardo, (vitale per il Ticino, checché se ne dica), il collegamento A2/A13 per il locarnese è d’obbligo, l’ultimazione di Alptransit e un piano viario nel luganese che gestisca meglio e con intelligenza l’utenza motorizzata, per non disincentivare il turismo ai danni del commercio, che a Lugano si sta ormai spegnendo come una candela. Non dimentichiamo poi idee per un miglior sfruttamento dei due bellissimi laghi (regate e sport acquatici), nonché il coraggio di arrivare ad allargare la fascia oraria (settimanale e nei weekend) di negozi e commerci. Non possiamo più permetterci il lusso di vivere sulla ricchezza acquista negli ultimi 50 anni perché, come il petrolio, anche il nostro benessere non è infinito e ormai siamo già agli sgoccioli. Il Turismo di questo Cantone sarà sottoposto ad uno stress enorme nel prossimo futuro: o cambiamo registro con persone competenti ai posti giusti o diverremo sempre più poveri. Esercenti, albergatori, politica, economia non possono permettersi di restare al palo e guardare il Ticino affogare nei propri laghi.
Tiziano Galeazzi
Candidato al Gran Consiglio per La Destra
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