Quando si votò sulle ARP, mi fecero una testa grossa così: un nuovo sistema, migliore, più efficiente, più professionale. Sì, costerà un po’ di più ma, si sa, la qualità costa! (Io, per non sbagliare, votai comunque NO).
Adesso se ne sentono di tutti i colori: da Orlando De Maria (tutti pensano che sia un mio parente), da Giuditta Mosca la Terribile (che brama lo scalpo del ministro Gobbi), ora da Scardamaglia: “agiscono a danno di”, “errori grossolani”, “silenzio assordante”. Io sono sconcertato. Ma si può?
Il silenzio dell’Ispettorato di vigilanza della Camera di Protezione e del Consiglio della Magistratura, che dovrebbero vigilare e agire d’ufficio, è assordante. La qualità della professionalità degli addetti di prima istanza (ARP, Preture e Ministero pubblico) lascia sempre più a desiderare e i ricorsi aumentano esponenzialmente al punto che le istanze superiori sono intasate da rendersi necessaria un’attesa di 3 anni per una sentenza. L’organico della Giustizia di seconda istanza sarà composto da giudici fissi affiancati da supplenti che lavoreranno a cottimo, a tempo parziale e per un periodo determinato: evidenti i possibili conflitti di interessi della “giustizia”.
La soluzione? Rendere responsabili gli addetti ai lavori. Secondo la legge cantonale sulla responsabilità civile dello Stato (LResp), solo una grave violazione di un dovere primordiale della funzione degli agenti, dei funzionari o dei magistrati può fondare una responsabilità dello Stato. Nell’esercizio dei doveri giudiziari l’illiceità è data unicamente nel caso di gravi violazioni di doveri d’ufficio: in concreto rarissime poiché la giurisprudenza non reputa tali le decisioni infondate, sbagliate o persino arbitrarie ai sensi dell’articolo 9 della Costituzione federale.
Questo è inaccettabile! Bisogna ripensare e revisionare con urgenza la LResp. Non solo lo Stato ma soprattutto coloro che amministrano la Giustizia devono essere chiamati a rispondere per il loro operato negligente che, oltre a mettere in cattiva luce l’autorità e la Giustizia stesse, creano allarme sociale. Tutti gli attori dell’autorità giudiziaria e amministrativa devono passare alla cassa (finanche essere rimossi dal loro incarico): non deve pagare solo lo Stato e per esso sempre i cittadini. In tal modo la qualità della “giustizia” migliorerà: i ricorsi e i costi a carico della collettività diminuiranno e i cittadini saranno infine soddisfatti della Giustizia ticinese.
Gianfranco Scardamaglia
coordinatore del Movimento Papageno e candidato al Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi
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NOTA DELL’AUTORE Nel lontano 2013, al contrario di altre associazioni, il Movimento Papageno era molto critico nei confronti delle ARP (leggasi a riguardo l’articolo al link http://papagenonews.ch/index.p… invitando tuttavia a votare a favore della modifica e terminando l’articolo menzionato con “Per cui: votiamo Sì alla professionalizzazione dell’autorità di protezione… non sarà la soluzione migliore ma di certo la meno peggiore!”. Le ARP sono disastrose ma cmq meno peggio delle CTR, anche per il fatto che un’istanza di ricorso (l’AVT) è stata fortunatamente soppressa e i presidenti delle ARP devono essere attivi almeno all’80%, limitando così i conflitti di interesse esistenti fino ad allora dei presidenti di tutoria che esercitavano come avvocati nella loro stessa CTR (sic!). Anche quando nel 2018 le ARP saranno accorpate come sembra alle preture non sarà meglio di ora con le ARP ma di certo meno peggio. E questo anche perché la cultura e l’attitudine degli operatori rimarrà probabilmente immutata, e i personaggi che ruotano attorno alla “protezione dei minori e degli adulti” saranno sempre gli stessi…purtroppo.
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