“Dinamico e concreto 2.0” – Intervista a Paolo Beltraminelli

Giuditta Mosca, ormai famosissima (ne parla persino il Mattino), ha offerto a Ticinolive una serie di interviste a personalità politiche coinvolte nella battaglia elettorale che culminerà il 19 aprile. Zali, Micocci e del Don “hanno già dato”. Oggi è la volta della “star” pipidina Paolo Beltraminelli, consigliere di Stato e direttore del DSS, che corre per la rielezione con eccellenti prospettive.

Un’intervista di Giuditta Mosca.

* * * * *

Tra i ministri ticinesi è quello dotato di migliori doti comunicative e ha un occhio vigile sulla spesa pubblica, sulla socialità e sui rapporti tra Svizzera ed Europa. Allora… buona Beltraintervista a tutti!

Giuditta Mosca   Quali sono, in ordine prioritario, i problemi più sentiti dai ticinesi, così come li avverte lei?

Paolo Beltraminelli   I problemi più sentiti sono quelli legati alla quotidianità, quindi il lavoro, il traffico, il sostegno sociale e le cure sanitarie.

Un anno fa (era il 13 febbraio 2014) è stato presentato l’aggiornamento della pianificazione ospedaliera che ha suscitato più di un interrogativo: non potendo lesinare sulla qualità dei servizi erogati, come è possibile oggi ridurre la spesa e, soprattutto, quanto è necessario farlo, sapendo che i tagli alla sanità sono quelli meno accettati dalla popolazione?

PB   Visto l’aumento del numero di anziani e della speranza di vita, dovremo lavorare per una spesa sotto controllo piuttosto che verso una riduzione. Per farlo, bisognerà concentrare gli sforzi nel settore acuto come anche in quello delle cure di prossimità, nel settore post acuto, nelle case per anziani e nel campo delle cure a domicilio. Nessun taglio quindi, ma una rete di cure ottimizzata e di qualità nell’interesse del paziente.

 Quali sono state le vere sfide della legislatura che si sta chiudendo?

PB   La vera sfida consiste nel soddisfare i bisogni dei cittadini tutti i giorni nonostante il contesto finanziario difficile. La legislatura che sta per terminare ha infatti visto il ribaltamento di diversi compiti dalla Confederazione ai Cantoni, penso al finanziamento ospedaliero, al dividendo della Banca Nazionale che si è molto ridotto o al risanamento della Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato. Direi che ce la siamo cavata bene. Da parte mia, assieme ai miei collaboratori abbiamo concluso con successo la complessa riforma del sistema dei sussidi di cassa malati, che ha comportato un risparmio di 20 mio di franchi e che comporta una distribuzione maggiormente mirata degli aiuti.

Quali invece, secondo lei, le sfide della prossima legislatura?

PB   Le sfide del futuro sicuramente sono molte. Tra di esse ci sono sicuramente lo sforzo per un maggiore controllo delle finanze pubbliche, la messa in pratica dell’iniziativa del 9 febbraio (il cui avamprogetto del Consiglio federale è giunto poche settimane fa), la compatibilità tra famiglia e lavoro che deve favorire le famiglie e le loro esigenze soprattutto nel periodo vicino alla nascita dei bambini, la riforma della scuola che deve concentrarsi sulla preparazione alla vita dei nostri giovani. Per quanto concerne la fiscalità, bisognerà continuare a seguire attentamente le trattative con l’Italia e prepararsi a un’importante riforma, la Riforma delle imprese III. In ambito sanitario non bisognerà abbassare la guardia per rimanere al passo coi tempi, non essere sopraffatti dalla concorrenza e tenere i costi sotto controllo. Non da ultimo, in ambito sociale occorrerà sempre di più mettere in pratica il principio “a ciascuno il suo”: basta prestazioni ad innaffiatoio.

Come si sta trasformando la socialità in Ticino? Quali sono gli indicatori più preoccupanti e quali, invece, inducono all’ottimismo?

PB   L’evoluzione della socialità in Ticino è profondamente legata ai grandi cambiamenti che sono già in atto nella nostra società, ovvero l’allungamento della speranza di vita e l’aumento del numero di persone anziane. Allo stesso modo vi è un aumento della povertà, specialmente tra i giovani e gli over 50, che merita grande attenzione e aiuti mirati. I lati positivi sono altrettanto legati a questi cambiamenti nella società: il nostro Cantone ha un alto numero di anziani energici e in forma, che si sentono vivi e che costituiscono una risorsa preziosa. Il crescente numero di anziani proveniente da altri cantoni è conferma della vivibilità e della piacevolezza del nostro Cantone.

Ticino vs. Berna: tra i partiti che hanno espresso scetticismo circa il progetto del Consiglio federale relativo alla votazione del 9 febbraio c’è anche il PPD (insieme a UDC, Verdi e PS). Lei è in linea con il suo partito o ha un’interpretazione più personale?

PB   Il Consiglio federale si trova in una posizione difficile: da un lato bisogna mettere in pratica quanto deciso dal Popolo il 9 febbraio 2014, dall’altro occorre convincere i partner europei della Svizzera che la messa in pratica non è anti-Unione Europea, per evitare lo scontro e portare al crollo del sistema bilaterale. La Svizzera non può rimanere competitiva senza nessun accordo con l’UE, dovessero cadere i bilaterali ne dovremmo negoziare altri.

Ritorniamo al caso “La Carità”: quale è stato il suo errore e come ha vissuto l’episodio?

PB   La procedura penale è tuttora in corso, per cui attendiamo l’esito prima di esprimere un giudizio definitivo.

Tre doti necessarie per governare in Ticino. (Tralasciando “cuore” e “orgoglio” che… ça va sans dire…)

PB   Idee, organizzazione e capacità di decidere.

Il Ticino, considerata l’alta densità di infrastrutture e il tessuto imprenditoriale, ha tutti i numeri per diventare un polo europeo delle aziende ad alto valore innovativo. Questa strada però viene percorsa a bassa velocità e a fari accesi. Eppure in Inghilterra, negli USA e in Italia (tanto per citare esempi di culture diverse tra loro) le “startup” hanno creato decine di migliaia di posti di lavoro negli ultimi dieci anni (negli USA la cifra “monstre” di 500 mila, numeri ovviamente fuori dal contesto ticinese ma comunque imponenti). Non è giunto il momento di fare fruttare gli innumerevoli vantaggi offerti dal Ticino?

PB   Paragonare il piccolo Ticino a queste grandi realtà mi pare un po’ esagerato. Il Ticino ha però grandi opportunità per le aziende di lingua italiana ad alto valore aggiunto (nei settori della chimica, della farmaceutica e della moda, ad esempio) grazie al fatto di essere in Svizzera e quale centro di servizi per le aziende svizzere (ad esempio nel campo dell’informatica) grazie a salari dignitosi ma più competitivi rispetto a realtà come quella di Zurigo.

I suoi obiettivi per i prossimi quattro anni al governo? (Suona come una promessa ai ticinesi…)

PB   I miei obiettivi sono costituiti da una risposta concreta ed efficace alle sfide che affronteremo in futuro, che ho esposto sopra.

Scaramanzia permettendo, ha già lo champagne al fresco per la sua riconferma? E per il raddoppio del PPD?

PB   Mai dire gatto se non l’hai nel sacco.

C’è qualcosa che non le ho chiesto e sulla quale avrebbe voluto pronunciarsi?

PB   Sì, il mio slogan: Dinamico e concreto 2.0

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione consentita citando la fonte.

Relatore

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  • Su può affermare, senza essere smentiti che tra i meriti di Beltraminelli c'e lo svogime to dei compiti: anche perché essendo un dipartimento dela spesa e non delle entrate, gli viene imposto dal granconsiglio e da Berna. Sicuramente non condivide tutto quello imposta da Berna.
    Mi limito al futro delle previdenze sociali( sarebbe inutile parlare di casse malati) Si parla tanto di anziani da mantenere. pero in questi giorni non si parla che disoccupati problematici:
    cinquantenni, giovani adulti e minorenni che non hanno una prospettiva di rientrare nel circuito lavararivo. Anche se l'occupazione dovesse migliorare, quanto si presenta uno con più anni di disoccuoazionw e assistenza, che di attività è bruciato un partenza. Poi si prla tanto di frontalieri che occukano i posti lavoro:
    Ma se tutti dov'essero partire, per quelle tipologie ci sarebbe solo la perdita di assistenbza disoccupazione. L'allarme paga politicamente,
    ma chi risolverebbe L'economia di quelle famiglie con i salari che andrebbero a guadagnare ?
    quindi i problemi si perpetuano e anche aumentano. Non pagano i contributi siciali ne per loro ne per gli anziani. Se poi prolunghiamo la vita lavoratia di qualche vecchietto, non rubiamo il posto altri giovani o meno giovani ? che avolte nin figurano tra i disoccupati perche5 non cercano più il kvoro che non c'è ?
    Non votrei essere nei panni di Beltraminelli, così non si.può accusarmi di ideologia....
    Sarà dura dura...

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