Questo testo è stato pubblicato come semplice post ma, visto il suo interesse, ci permettiamo di presentarlo come articolo.
Purtroppo. il Parco ha già subito amputazioni di superfici e immissioni di costruzioni spurie che hanno inciso negativamente anche nei rapporti fra le costruzioni di valore: in particolare fra la Biblioteca cantonale e il Palazzo degli studi. La visione d’assieme di quest’ultimo risulta infatti gravemente perturbata dalle baracche inserite senza alcun rispetto dell’equilibrio spaziale delle preesistenze.
Queste premesse portano rapidamente ad una conclusione: gli ostacoli alle visioni prospettiche fra i beni culturali inclusi nel Parco Ciani devono essere rivisitati in senso critico, mettendo fortemente in dubbio l’affermazione contenuta nel recente comunicato municipale secondo la quale “andrebbe ricercata una soluzione architettonica di pregio, nel rispetto degli aspetti urbanistici e della sostanza storica esistente”.
Ma, in attesa che ciò si realizzi, dove mettiamo gli studenti? Lugano non offre più prati nei quali sia facile costruire nuove scuole (ma ciò non deve permettere di piazzarle negli spazi delicati). Si esamini perciò cosa offre la sostanza immobiliare esistente. Complice anche l’attuale ristagno economico, l’Amministrazione cantonale non dovrebbe faticare troppo per reperire costruzioni da acquisire (o affittare) per trasformarle in sedi scolastiche.
Per chi non apprezzi troppo le considerazioni culturali, possiamo sussurrare che questa soluzione potrebbe anche comportare un risparmio finanziario e il recupero di costruzioni cittadine non più utilizzate e, perciò, improduttive?
Piero Früh
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