Il Ministero pubblico e la Polizia cantonale comunicano che l’inchiesta relativa alla rapina dell’11 ottobre 2014 verificatasi presso un distributore di benzina di Brusino Arsizio, ha segnato una svolta decisiva con gli arresti di tutti i componenti della banda, avvenuti nelle scorse settimane in Italia. Si tratta di cittadini italiani di età compresa tra i 21 e i 60 anni.
Le attività d’indagine che hanno visto la collaborazione tra la Polizia cantonale ticinese e la Sezione Antirapine dell’arma dei Carabinieri di Monza (Italia) e la Polizia municipale 5 Vette hanno portato all’identificazione e all’arresto di 5 componenti della banda di rapinatori, coinvolti a vario titolo, nella rapina a mano armata di Brusino Arsizio. Si ricorda che, durante la fuga i malviventi avevano esploso 2 colpi di arma da fuoco, in particolare utilizzando un fucile a pompa. Infrangendo una vetrina alcune schegge di vetro hanno ferito leggermente un cliente del distributore. I malviventi sono poi fuggiti a bordo di un’automobile rubata in Italia e successivamente ritrovata dagli inquirenti, abbandonata a pochi chilometri dal valico italo-svizzero.
Gli arrestati sono un 21enne residente a Roseto degli Abruzzi (TE), un 25enne residente a Melito di Portosalvo (RC), un 51enne residente a Limbiate (MB), un 52enne residente a Barlassina (MB) e un 60enne residente a Portoferraio (LI), tre dei quali con precedenti penali specifici nel loro paese d’origine (associazione a delinquere, furto aggravato, rapina aggravata, violazione alla legge sulle armi, estorsione, omicidio intenzionale e stupefacenti).
Le perquisizioni domiciliari effettuate in seguito ai fermi hanno portato al ritrovamento di armi da fuoco (1 fucile a pompa, 1 fucile d’assalto AK47 Kalashnikov, 3 pistole), munizione e di materiale e capi d’abbigliamento utilizzati dal gruppo di malviventi per commettere la rapina in questione come pure altre rapine messe a segno in Italia ai danni di supermercati, furgoni portavalori e benzinai.
Titolare dell’inchiesta su territorio svizzero è il Procuratore Pubblico Arturo Garzoni, il quale ha coordinato le rogatorie internazionali con le Autorità inquirenti italiane, in particolare con la Procuratrice Pubblica di Monza Donata Costa.
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