Widmer Schlumpf: una di noi (nel senso di svizzeri raziocinanti) (titolo originale)

jack gialloIl socialista Sergio Roic è per Ticinolive un collaboratore prezioso. Primo: perché scrive bene e argomenta abilmente, come tutti possono verificare. Secondo: perché colma un vuoto o un semi-vuoto. Io nella Sinistra non conosco quasi nessuno (un “deficit” che sopporto agevolmente), a parte il Gianrico che era il mio compagno di banco e che ha fatto una bella carriera, della quale sempre mi complimento con lui, in vari ambienti.

Questo è il primo pezzo che Ticinolive pubblica in difesa di questa donna indifendibile. Il portale è disposto a pubblicarne altri (perché no? di Manuele Bertoli detto “ri-votare è bello!”).

Il destino di questa autentica calamità (“la donna del baratro” appellativo coniato dalla nostra valorosa Iris) sta (tuttora) nelle mani di chi l’ha eletta in quel sinistro dicembre: socialisti (come Roic) e democristiani. Vorrei NON doverlo scrivere ma… ho io  il potere di mutare i fatti?

EWSNel bel mezzo delle “guerre” commerciali e dell’assalto di una certa economia affaristica e senza scrupoli al rimasto benessere della popolazione, ecco che spuntano come funghi frotte di populisti dal colore diverso (ma dalla uguale sostanza) che si trincerano dietro l’ormai mitologica votazione del 9 febbraio 2014. Quella votazione, imbastita su argomentazioni varie e con proposte di contingentamento della manodopera in arrivo in Svizzera (contingentamento, ricordiamolo, quasi impossibile da attuare nella realtà a causa di situazioni cantonali e regionali molto diverse), è diventata il baluardo di chi vuole isolare la Svizzera dal resto del mondo. Se qualcuno – oggi lo fa la consigliera federale Widmer Schlumpf – a fronte delle difficoltà pratiche ma anche “filosofiche” di attuazione della votazione del 9 febbraio in una situazione di fattivo libero mercato europeo (la Svizzera ne fa parte eccome, e la sua economia se ne avvantaggia grandemente) osa proporre un voto decisivo sui trattati bilaterali tra Svizzera e Europa, voto razionalmente necessario per tagliare una volta per tutte il nodo gordiano del “commerciare sì/commerciare no” con l’UE, apriti cielo!

E allora dico e ribadisco – come feci recentemente per Jacques Ducry che ha aderito come indipendente alla lista PS per le prossime elezioni cantonali – che anche Widmer Schlumpf è una di noi, ma non nell’accezione di socialista o vicina al socialismo ma in quella, ben più ampia, di cittadina razionale e ragionante svizzera.

Infatti, sarebbe anche ora di abbandonare per qualche tempo le votazioni simboliche e di pancia e stabilire quale via vuole percorrere la Svizzera nell’ambito (europeo, non essendo situata su Marte) in cui si trova.

Questa via passa dalla decisione sui bilaterali. Passa dall’attuazione di una free zone di insediamenti economici di attori esteri ad alto valore aggiunto nel Ticino. Passa dalla difesa di salari dignitosi e di un orario di lavoro sostenibile dalla popolazione in un orizzonte di rilancio dei consumi e di qualità della vita di stampo keynesiano. Orizzonte di rilancio che pone ovviamente limitazioni e condizioni quadro stabilite da chi ospita (il cantone, lo stato) la grifagna e ingorda economia del profitto ad libitum.

Si tratta di utopie? Siamo forse diventati definitivamente schiavi o martiri di un’economia impazzita che bada solo ad aumentare a dismisura il proprio profitto senza accorgersi dell’ambito (umano) in cui opera? Votare a proposito dei trattati bilaterali con l’UE è il primo passo di una via razionale da percorrere per disincagliare il nostro Paese da una situazione schizofrenica: siamo il Paese più (commercialmente) aperto al mondo e ora rivendichiamo l’autarchia. Ma dài…

Sergio Roic