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San Gottardo: SÌ al raddoppio ma con pedaggio – di Alex Farinelli

Da ormai diversi anni si discute dell’opportunità o meno di completare tunnel del san Gottardo costruendo la seconda canna. Tra pochi mesi, a seguito di un referendum sul risanamento del traforo, sarà ancora una volta il popolo a doversi esprimere in materia.

Le votazioni in questo ambito sono state molteplici e ormai le posizioni hanno assunta una valenza più simbolica, o ideologica, che altro. Da un lato chi ritiene che un passaggio di questa importanza debba essere completato con la seconda canna per garantire la sicurezza di chi vi transita e un collegamento continuo del Ticino con il resto del paese. Dall’altro chi pensa che il secondo tubo rappresenterebbe un rischio di un ulteriore aumento del traffico e che la sua realizzazione avrebbe un costo eccessivo.

Eppure, se vi fosse la volontà politica, vi sarebbe un’altra soluzione: un raddoppio del San Gottardo con l’introduzione di un pedaggio. Partiamo dal contesto che ci circonda. Tutti i principali valichi alpini prevedono un pedaggio (Brennero, Gran S. Bernardo, Monte Bianco). In Svizzera invece nulla, basta la vignetta. Ancora una volta dobbiamo essere i primi della classe andando a finanziare da soli opere che vanno a vantaggio di tutto il continente. Va infatti detto che la metà degli oltre 6 milioni di veicoli che ogni anno transitano sotto la nostra montagna simbolo provengono dall’estero. Se ad esempio ognuno di questi veicoli pagasse un pedaggio di solo 20 franchi potremmo incassare qualcosa come 60 miloni di franchi l’anno. In pratica il risanamento sarebbe completamente finanziato dal traffico di transito, liberando quasi 3 miliardi di franchi in favore di opere che potrebbero migliorare la situazione in altre regioni della Svizzera, e del Ticino (vedi mendrisiotto).

E gli Svizzeri quanto dovrebbero pagare? Nemmeno un centesimo più di quello che già oggi pagano per la mobilità. Sarebbe sufficiente introdurre una sorta di abbonamento con il quale si possa circolare sotto i nostri valichi alpini tutto l’anno. Il costo dello stesso andrebbe poi dedotto all’attuale imposta di circolazione che paghiamo per circolare, facendo in modo che i veicoli targati nella confederazione non siano soggetti ad alcun costo supplementere.Una misura di questo tipo sarà introdotta in Germania a partire dal 2016: se lo fanno i tedeschi, che sono nell’Unione Europea, perché non esplorare davvero la possibilità di introdurre una tassazione simile anche da noi?

In conclusione un raddoppio del San Gottardo con l’introduzione di un pedaggio avrebbe molteplici vantaggi. Da un lato andrebbe a ridurre l’attrattiva di questo asse di transito, evitando l’aumento del traffico. Dall’altro garantirebbe un collegamento sicuro al resto del paese, con il traffico unidirezionale, e senza una chiusura prolungata per 3 anni. Da ultimo la ciliegina sulla torta: si andrebbe a finanziare completamente l’esecuzione dell’opera senza gravare in alcun modo sui residenti in Svizzera. Insomma una soluzione pragmatica e concreta che scavalcherebbe, finalmente, le troppe ideologie che aleggiano intorno al nostro San Gottardo.

Alex Farinelli, Candidato PLR al Consiglio di Stato

Relatore

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