Alcuni sostengono la tesi che la scelta della data sia stata casuale. Noi abbiamo invece fondato motivo di credere che sia stato deciso così perché quello è il giorno di Santa Apollonia, patrona dei dentisti.
“La grande bugia dice che grazie alla libera circolazione siamo diventati tutti più ricchi. In questo libro vi dimostro che non è vero (ma se non vivete sulle nuvole, lo avete già intuito per conto vostro).
La Grande Bugia dice che, dall’introduzione della libera circolazione, in Ticino sono stati creati nuovi posti di lavoro per i cittadini residenti, non solo per i frontalieri. In questo libro vi dimostro che si tratta appunto di una bugia.
Secondo la Grande Bugia chi sostiene la libera circolazione è aperto, tollerante, intelligente, ottimista. Chi si oppone è uno zoticone un po’ xenofobo, incapace di accettare la luminosa sfida del progresso. Un poverino da aiutare, magari, ma che per Dio, gli sia impedito di votare!
Secondo la Grande Bugia certi temi sono “troppo complessi” perché siano decisi con gli strumenti dei diritti popolari. Dopo aver letto questo libro vi convincerete che la democrazia diretta è l’unico mezzo che ancora abbiamo a disposizione per non farci governare solo dall’economia e dai suoi interessi.”
Poi un secondo:
“Giornalisti e politici, sindacalisti e opinion-leaders hanno partecipato alla rappresentazione della Grande Bugia in tutte queste articolazioni. A volte lo hanno fatto in perfetta buona fede, a volte per ignoranza, altre volte ancora perché dire certe cose significava esporsi all’accusa di essere uno xenofobo o un razzista. Ma vi sono stati anche quelli che hanno sostenuto la Grande Bugia perché gli conveniva, o perché il padrone diceva così. È quest’ultimo il caso di testate come il Caffè della Domenica o l’Hebdo, che combattono la battaglia della libera circolazione a nome del gruppo Ringier che milita in quel campo con faziosità degna di Peppone e don Camillo.
Sul transatlantico apparentemente inaffondabile della Grande Bugia si sono imbarcati compagni di viaggio improbabili: datori di lavoro avidi di manodopera a basso costo, sindacati intenti solo a rimpinguare le liste di nuovi iscritti; la destra liberista ed europeista che sostiene l’apertura delle frontiere, la scomparsa dello stato, la fluidità dei mercati, il primato della finanza; la sinistra all’inseguimento di un internazionalismo romantico, che nega ogni legittimità alle preoccupazioni di quei cittadini deboli che sono i primi a essere messi da parte quando le frontiere si spalancano e si cominciano a importare braccia a basso costo.”
Savoia mi piace perché era un socialista ed è scappato. Perché è un Verde che dice cose diverse (ma rimane anche Verde). Perché è un ribelle. Mi piacciono i ribelli. Mi sono sempre piaciuti.
Savoia m’induce a una riflessione molto semplice e poco originale, che tuttavia dev’essere fatta. Dinnanzi a questa cruciale elezione stanno tre forze:
— la Lega
— l’alleanza denominata “la Destra”
— i Verdi del Ticino
che sui bilaterali, il 9 febbraio, i rapporti con l’UE la pensano alla stessa maniera. Ma sono forze distinte su liste distinte. Quale risultato produrrà la loro interazione? Meglio però sarebbe scrivere: “competizione”. Essa sarà inevitabile. Un grande con due piccoli. I piccoli ruberanno al grande? E quanto?
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Il problema vero rimane sempre quello. Gli elettori sono legati al loro partito dal cordone ombelicale. Purtroppo il cordone ombelicale non è collegato al cervello, ma solo alla pancia.