Quando gli interessi di pochi prevalgono sul bene comune – di Caroline Camponovo

Ricevo e pubblico questo articolo dal forte contenuto emotivo. Un punto che dovrebbe essere analizzato a fondo dagli “psi” è il seguente: come questo giudice austero e (all’apparenza) scontroso possa suscitare simili appassionati slanci. Nella corrente campagna elettorale – che già è dura e tagliente, e diventerà molto peggiore – Zali è uno dei personaggi-chiave, con ogni evidenza.

Una cosa che la gentile autrice del pezzo, presidentessa ATA, potrebbe/dovrebbe capire è che – in un contesto di competizione esasperata, anzi disperata, e di fronte alla conversione ecologista “sulla via di Damasco” di un partito che ecologista non è mai stato – gli avversari politici, che dalla Lega hanno subìto tutti i danni possibili e immaginabili (con specifica eccezione per la morte sul rogo), non sono obbligati a dire “Prego si accomodi!”

Il titolo del pezzo (che ho mantenuto) è poi, forse volutamente, ingenuo. Chi decide qual è il bene comune? Camponovo? Zali? Savoia? Lucibello? Lucibello dice che la “tassa Zali” è un provvedimento inefficace e profondamente errato. La presidente ATA possiede la dimostrazione matematica che Lucibello abbia torto? Oppure si tratta di un’opinione?

 

Tanta tristezza e rabbia. Sono questi i sentimenti a prevalere alla notizia che la maggior parte dei deputati al Gran Consiglio ha deciso di non votare la tassa di collegamento proposta dal ministro Zali. Una tassa che chiamarla così è quasi ridicolo, visto l’ammontare: 1 franco e 50 centesimi al giorno per ogni posteggio ad usufrutto dei centri commerciali e delle aziende, quasi un niente per chi alla fine dell’anno fa utili a palate. Ma era l’importo totale ad essere interessante: 12 milioni da investire nei trasporti pubblici, quindi a favore di tutta la collettività.

Soldi importanti per un settore, quello dei trasporti pubblici e aziendali, che richiede molte risorse e che rappresenta l’unica soluzione praticabile a fronte dei problemi viari e di inquinamento fonico e atmosferico di questo nostro povero Ticino. Una tassa causale voluta venti anni fa ma mai tradotta nella pratica.

E quando alla testa del Dipartimento del Territorio arriva finalmente qualcuno che vuole risolvere i problemi e cercare soluzioni invece di cercare solo voti e consensi*, quando finalmente si vuole implementare quello che le leggi prevedono da decenni ecco che si levano gli scudi. Parlamentari dei partiti storici si stracciano le vesti, indignati, 1 franco e 50 centesimi al giorno per ogni posteggio! Cifre dell’altro mondo, come faranno Tarchini, Lucibello e compagnia a pagare questi importi?**

Eppure questi parlamentari a parole difendono la gente del Mendrisiotto e del Luganese, difendono le regioni periferiche. In pratica invece no, perché votando contro la tassa di collegamento hanno tolto finanziamenti per opere che avrebbero contribuito a sgravare dal traffico il Sottoceneri e contribuito a garantire i trasporti pubblici anche nelle valli discoste.

Questi parlamentari hanno messo l’interesse di pochi e le manovre pre-elettorali davanti al bene della comunità. Pensare al proprio orticello, fare gli interessi degli amici e prendere decisioni per fare un torto all’avversario politico non è proprio degno di nessuna persona intelligente, tanto meno se si è impegnata a fare il bene comune.

Caroline Camponovo, presidente Associazione traffico e ambiente

 

* Ma signora, non pensa che il consigliere Zali stia combattendo, audacemente e inventivamente, per la sua conferma in governo? (non scrivo ri-elezione perché eletto non è stato mai). Ci deve pur essere una, pur tenue, differenza tra lui e madre Teresa di Calcutta!

** Non Tarchini e Lucibello, gentile signora, ma Camponovo, Lepori e De Maria.

 

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