Dopo l’improvvisa rinuncia di Antonini il PLR cerca la sua strada. Inevitabile (e in sé logico) l’appello a Laura Sadis, possibile salvatrice della Patria liberale radicale (così Merlini sul suo giornale). L’obiezione a questo “suggerimento” è però ovvia, al limite del banale (ma la formulo ugualmente).
Recuperare la presidenzialmente bistrattata Laura significa puntare a un governo di sinistra o centro-sinistra (scelga il lettore il termine più o meno pudìco) Sadis-Vitta-Bertoli, che è già stato bocciato dagli elettori ticinesi nel 2011. Il 2015 sarà l’anno buono?
Il PLR naviga in acque difficili ma la sua causa non è priva di chance. Quale la principale? Io non ho dubbi. È la possibile erosione dell’elettorato leghista – non è necessario che sia macroscopica – ad opera di due formazioni minori, la Destra e i Verdi di Sergio Savoia.
Affidare le proprie fortune a inguardabili populisti? Mah, quasi sempre la medicina salvavita è amara…
NOTA AGGIUNTIVA. C’è un punto di notevole importanza che ben raramente viene sottolineato, e riguarda la comunicazione. L’organo del PLR è “Opinione Liberale”, foglio di fattura pregevole ma senza accesso al vasto pubblico. Dei tre quotidiani, il Corriere non può essere considerato affidabile (agli occhi del partito), men che meno il GdP. Resta la Regione, giornale fortemente connotato a sinistra, radico-socialista al 120 per cento. Questo fatto non può non pesare e in effetti pesa tantissimo. I Liberali sul piatto della bilancia mediatica non hanno nulla da mettere. Zero.
Nella foto: il dubbio amletico di Vladimir Visotski
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