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Ecopop: alla fine la bilancia pende dalla parte del Sì – di Lorenzo Quadri

“Il Consiglio federale, se davvero vuole combattere Ecopop, può fare solo una cosa. Mettere il turbo all’applicazione della volontà popolare espressa il 9 febbraio. E farlo senza trucco né inganno né annacquamento. Invece sta cercando, come al solito, di imbrogliare le carte.”

(fdm) Quadri è molto lucido quando scrive che sono proprio certe reazioni isteriche e scomposte a promuovere Ecopop. Alcuni (ma i nomi non li faccio nemmeno sotto tortura, a parte il fatto che tutti li possono vedere) sembrano aver perso il ben dell’intelletto e non si rendono conto di rendersi ridicoli. Fascisti, nazisti, ci manca solo piazzale Loreto e il suicidio del Führer nel bunker di Berlino dopo il “matrimonio della morte” con la sua amata Eva Braun. Un minimo di autocontrollo non guasterebbe.

A mio avviso un voto di tendenza può esser preso in considerazione.

L’iniziativa Ecopop tiene banco in questa tornata di votazioni federali. Anche perché gli oggetti su cui il popolo sarà chiamato ad esprimersi sono, questa volta, solo tre.

Ecopop è già stata apostrofata in tutti i modi possibili. Fascista, razzista, disastrosa, e chi più ne ha più ne metta. Considerando da che parte vengono simili epiteti, è evidente che essi sono il miglior modo per promuovere l’iniziativa.

Ecopop pone, di nuovo, il problema dell’immigrazione fuori controllo. Un problema reale. Negarlo serve solo ad esasperare gli animi. Lo pone dal punto di vista della sovrappopolazione, che genera tutta una serie di scompensi: economici, ecologici, viari, eccetera. E lo pone infrangendo numerosi tabù politicamente corretti; ciò che spiega i controproducenti isterismi dei contrari. Specialmente della sinistra. La quale ama sciacquarsi la bocca con concetti quali “il valore della diversità”, in un’orgia di politicamente corretto. Peccato che poi gli stessi che si titillano con il “valore della diversità” non siano poi per nulla disposti a tollerare posizioni diverse dalle loro.

La Consigliera federale Sommaruga, nella campagna contro Ecopop, si è prodotta in argomentazioni che infrangono i limiti del grottesco. Ad esempio dire che “gli svizzeri devono stringersi di più” per fare spazio all’immigrazione.

Particolarmente controproducenti sono i “j’accuse”  all’insegna della denigrazione prodotti dagli ambienti universitari contro qualsivoglia tentativo di fermare l’immigrazione in eccesso. In particolare quelli dei responsabili dei Politecnici di Zurigo e Losanna. Essi non hanno esitato a strumentalizzare le credenziali accademiche per fare politica a favore delle “aperture”. Salvo poi smentirsi platealmente. Confrontati con un numero di iscrizioni eccessivo, i presidenti dei due Poli hanno subito invocato i numeri chiusi per studenti stranieri. Come dire: limitare l’immigrazione è cosa da beceri razzisti, tranne quando lo facciamo noi.

Che l’iniziativa Ecopop abbia dei difetti, anche importanti, è manifesto. In particolare in relazione al frontalierato, che i promotori vedrebbero come alternativa all’immigrazione di residenti. Una prospettiva a dir poco deleteria per il nostro Cantone.

Se Ecopop passasse, porterebbe ulteriore confusione nell’applicazione del voto del 9 febbraio, visto che contiene indicazioni in contraddizione con quanto deciso oltre nove mesi fa. Se non passasse, però, qualcuno ne approfitterebbe senz’altro per sostenere che, in fondo, la volontà dei cittadini di limitare l’immigrazione non è poi così forte come si vuol far credere.

Una cosa è chiara: strillando al razzismo e al fascismo si aumenta il consenso per Ecopop. Questi deplorevoli ricatti morali non fanno più effetto. Il Consiglio federale, se davvero vuole combattere Ecopop, può fare solo una cosa. Mettere il turbo all’applicazione della volontà popolare espressa il 9 febbraio. E farlo senza trucco né inganno né annacquamento. Invece sta cercando, come al solito, di imbrogliare le carte. Addirittura il negoziatore con l’UE Yves Rossier se ne esce sui giornali a declamare, dimostrando peraltro crassa ignoranza della situazione ticinese, che i contingenti per i frontalieri non servono.

L’attuale stallo sul 9 febbraio fa planare pesanti sospetti sulla reale volontà del Consiglio federale di rispettare la decisione del popolo. In questa situazione i sostenitori dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, subodorando l’imbroglio, si sentono stimolati a sostenere Ecopop. Il ragionamento è semplice: visto che fate melina per non applicare la versione più ragionevole di contenimento dell’immigrazione, vi imponiamo quella “strong”.

I promotori di Ecopop hanno dunque trovato nella Berna federale spalancatrice di frontiere la più preziosa alleata.

Alla fine, però, tutto si può ridurre ad una considerazione molto semplice. L’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” è molto meglio di Ecopop. Ma Ecopop è meglio di niente. L’auspicio è dunque che Ecopop, pur senza passare, raccolga un numero importante di consensi, così da mettere in allarme il Consiglio federale ed i partiti storici. Perché, se una soluzione drastica e anche problematica come Ecopop ottiene un sostegno massiccio, e meglio ancora se viene approvata nelle zone maggiormente colpite dagli eccessi migratori come il Ticino, il monito è chiaro. Lo è in particolare su quale sarebbe l’esito di un’eventuale nuova votazione sugli accordi bilaterali che taluni auspicano nella speranza di cancellare il voto del 9 febbraio.

Personalmente, quindi, dopo essere stato a lungo nel dubbio, voterò Sì ad Ecopop, pur consapevole delle controindicazioni. Ma gli ultimi deludenti nove mesi hanno fatto pendere la bilancia dalla parte dell’iniziativa.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi

 

 

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