Accordi fiscali segreti fra il Lussemburgo e 340 multinazionali – fra cui Apple, Amazon, Ikea Pepsi, Axa, … – per minimizzare le loro imposte, sono stati rivelati mercoledì 5 novembre dal New York Times e altri media, sulla base di documenti ottenuti dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ).
Questi accordi, conclusi fra il 2002 e il 2010, rappresentano miliardi di euro di entrate fiscali perse per gli Stati dove queste società realizzano dei benefici.
Nell’inchiesta durata sei mesi e battezzata «Luxembourg Leaks» o «LuxLeaks», l’ICIJ ha avuto accesso a migliaia di pagine di documenti che hanno mostrato come le grandi società si appoggiano al Lussemburgo e alle sue regolamentazioni fiscali ma anche alle mancanze della regolamentazione fiscale internazionale, per trasferire profitti che non verranno tassati, o che saranno tassati in minima parte.
In questo modo, ogni anno le multinazionali risparmiano miliardi grazie alla creazione di una filiale, di una holding o allo spostamento di una sede sociale in Lussemburgo, allo scopo di pagare il meno possibile d’imposte.
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