Recentemente la signora Maristella Polli, deputata per il PLR in Gran Consiglio, ha inoltrato al Consiglio di Stato un’interrogazione in cui denuncia l’alto tasso di partecipazione ai corsi per adulti da parte di lavoratori provenienti da oltre confine.
Attualmente sto svolgendo una specializzazione nel settore settore della contabilità, con modalità di frequentazione serale parallela all’attività lavorativa. Considerato che oltre la metà dei partecipanti al corso che sto frequentando proviene da oltre confine, posso affermare con convinzione che il problema è reale.
Purtroppo ho potuto anche constatare che quando il lavoratore frontaliere finisce la formazione, e quindi la formazione scolastica viene parificata al personale indigeno, nella maggior parte dei casi il suo salario non viene adeguato e quindi continuerà a percepire uno stipendio nettamente inferiore. Questo significa che il divario tra personale residente rispetto ad oltre confine continua ad aumentare dismisura. Ordunque la disoccupazione aumenterà sempre di più e i salari continueranno a diminuire.
Apprezzo molto che la problematica del lavoro sta sensibilizzando molti schieramenti politici. Indipendentemente dal colore politico, tutti noi abbiamo il dovere di sostenere una regolamentazione del frontalierato, constatato che l’attuale sistema sta mettendo in ginocchio i lavoratori ticinesi.
Nicholas Marioli
Lega dei Ticinesi e Movimento Giovani Leghisti
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Tutto lodevole a livello di sensibilizzazione, oggi. Ma la cosa doveva essere capita
venti-venticinque anni fa a livello di prospettive di lavoro, e questo un po' in tutti i Paesi d'Europa. Invece, da un lato abbiamo legioni di Fachidioten senza arte né parte, dall'altro i frontalieri specializzati che ci restano (che valgono oro) e personale vario collocabile qua e là secondo il bisogno e la convenienza (leggi: a salari da "travét" quando va bene). Il bello è che la Sinistra ha sempre detto di lottare contro il Lumpenproletariat che oggi, grazie a loro, ritorna.