Venerdì scorso la stampa americana era euforica per le ultime statistiche dell’impiego negli Stati Uniti : in settembre erano stati creati 248 000 nuovi posti di lavoro e la disoccupazione era scesa sotto il 6%.
Eppure, è sufficiente grattare un poco le cifre per scoprire la realtà, che è molto diversa. E’ quanto hanno fatto analisti economici come Paul Craig Roberts, ZeroHedge e altri.
Il primo elemento che spiega un tasso dei senza lavoro del 5.9% è lo stesso motivo che sta dietro il calo della disoccupazione dal 2010 : In settembre, 315 000 americani sono usciti dal programma delle indennità di disoccupazione. Non figurano più nella lista di chi non ha un lavoro, ma non perchè hanno trovato un impiego. Semplicemente non ricevono più gli aiuti statali.
Gli ottimisti argomentano che questo non toglie nulla al fatto che siano stati creati 248 000 nuovi posti di lavoro. Ammettendo che le cifre siano corrette, la loro ripartizione per fascia di età non è rassicurante.
Come segnala il portale d’informazione ZeroHedge.com, 230 000 di questi impieghi sono stati creati nella fascia d’età 55-69 anni.
Nella fascia d’età che invece rappresenta la maggior parte dei lavoratori, gli impieghi creati sono molto pochi e addirittura ne sono stati persi quasi 10 000.
Secondo Paul Craig Roberts, si tratta comunque di cifre errate. Ad esempio, fra i 248 000 nuovi impieghi creati, 35 300 sarebbero nella distribuzione, mentre in realtà grandi distributori come JC Penny, Macy, Sears e altri distributori discount sono in difficoltà, chiudono i loro punti vendita e pur di affittare gli spazi rimasti vuoti, i grandi centri commerciali sono spesso obbligati ad affittare i locali per pochi giorni, addirittura per poche ore.
(Fonte : or-argent.eu)
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