Con 109 voti contro 74 e 4 astensioni il Nazionale ha votato il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo, già approvato dagli Stati. La sinistra lancerà il referendum.

Sul tema si esprime il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, Lega dei Ticinesi.

San Gottardo: 10 motivi per sostenere il traforo di risanamento

  1. Costituzionalità: è garantita perché il secondo traforo non prevede un aumento della capacità, diversamente dal controprogetto avanti. Il popolo non ha mai detto no alla soluzione che viene proposta ora.
  2. Traffico: il traforo di risanamento non avrà conseguenze rilevanti sotto questo aspetto, proprio perché non prevede un aumento di capacità. Fa specie che a sostenere lo spauracchio degli aumenti di traffico siano gli stessi ambienti che non hanno nulla da dire sui 62’500 frontalieri che entrano quotidianamente in Ticino, uno per macchina.
  3. Europa: a che titolo chiederebbe di aprire tutte le eventuali 4 corsie quando la capacità attuale non è esaurita? E poi: tra trent’anni ci sarà ancora l’unione europea?
  4. Sicurezza: il secondo tubo è indubbiamente un balzo avanti. Tutti gli incidenti mortali verificatisi al Gottardo sono dovuti a scontri frontali. Non si capisce come chi in questo parlamento ha fatto passare, proprio in nome della sicurezza, il grottesco programma Via Sicura, in base al quale un eccesso di velocità senza conseguenza viene sanzionato come una rapina, possa opporsi all’eliminazione di una trappola mortale di 17 km. Delle due l’una: o la sicurezza sulle strade è prioritaria e allora il secondo traforo gli oppositori di sinistra dovrebbero votarlo di corsa, oppure la sicurezza è semplicemente un pretesto per criminalizzare l’automobilista.
  5. Ambiente: senza traforo di risanamento bisognerebbe costruire a Biasca e Rynächt, rispettivamente Airolo e Göschenen, delle stazioni di trasbordo veicoli. Che sarebbero le più grandi d’Europa. 140mila metriquadri di territorio verrebbero devastati.
  6. Capacità: le navette non avrebbero una capacità sufficiente, né per i camion né per le automobili.
  7. Economia: la chiusura triennale del Gottardo comporterebbe la perdita di almeno 2000 posti di lavoro in Ticino, come emerge da un’indagine effettuata tra 550 aziende.
  8. Costi: Il secondo tubo, su cui siamo chiamati a decidere, è un investimento per tutta la Svizzera. La variante con le navette è solo un costo, che non risolve il problema. Tra 40 anni saremmo daccapo.
  9. Concorrenza: il tubo di risanamento è un intervento di manutenzione, non di aumento di capacità. Non entra in concorrenza finanziaria con i nuovi progetti, in particolare con quelli in Romandia.
  10. Consiglio federale: il governo, prima orientato sulla variante con navette, ha cambiato idea. Segno che ci sono dei buoni motivi per farlo. Invito quindi chi avesse ancora dei dubbi a seguire l’esempio del governo e ad approvare il messaggio.

Lorenzo Quadri

Galleria GottardoQuesto invece il comunicato del Partito socialista, firmato da Carlo Lepori e Gina La Mantia.

Raddoppio del Gottardo: sarà referendum

Oggi il Consiglio Nazionale ha votato a favore del raddoppio del Gottardo, allineandosi a quanto già deciso dal Consiglio degli Stati. E ciò in barba alla Costituzione, sulla base della promessa che saranno usate solo due delle quattro corsie a disposizione e che non ci sarà alcun aumento del traffico.

Frottole, com’è ovvio: nuove strade producono sempre sempre sempre nuovo traffico. Quindi il doppio tubo con due sole corsie agibili è una promessa alla quale, di fatto, non crede nessuno: presto dovremo invece usarle tutte e quattro. L’unica conseguenza saranno più auto e più camion sulle nostre strade, quindi più inquinamento, più danni alla salute delle persone e dell’ambiente, non solo in Leventina ma giù fin nel Mendrisiotto.

Questo raddoppio, oltre che nocivo, è pure superfluo. La prossima apertura di AlpTransit renderà il traffico su strada sempre meno utile grazie alla politica di trasferimento. Politica che però sarebbe messa a rischio proprio da questo nefasto raddoppio, che peraltro costerà 3 miliardi in più del solo risanamento: soldi che verranno a mancare per progetti più più urgenti, come l’ampliamento di AlpTransit verso sud.

Questo per noi è inaccettabile. Ecco perché annunciamo subito di farci promotori, insieme ad altri partiti e movimenti, di un referendum che si opporrà al raddoppio, nell’interesse della popolazione e dell’ambiente dell’arco alpino, a favore della politica di trasferimento.

Siamo sicuri di poter raccogliere molte migliaia di firme. I politici raddoppisti hanno cercato di veicolare a Berna l’immagine di un Ticino compatto nel desiderio di un raddoppio. Beh, non è così e noi lo dimostreremo: moltissime persone in Ticino sono stufe del traffico, degli ingorghi, delle colonne e certe che un doppio tubo potrebbe solo peggiorare la situazione. Per questo sarà fondamentale firmare: per far capire alla politica federale che una fetta importante della popolazione ticinese vuole vuole finalmente veder realizzata una coerente politica di trasferimento delle merci su ferrovia e il rispetto della volontà popolare, che più volte si è già espressa contro il raddoppio. E non vuole saperne di un altro inutile, costoso e dannoso tubo per le auto e i camion sotto la montagna.

Carlo Lepori e Gina La Mantia, vicepresidenti del partito