Il presidente americano Barack Obama ha ricevuto il permesso del Congresso per attuare il suo piano di azione contro lo Stato islamico. Washington prevede di armare e addestrare i ribelli siriani moderati affinchè conducano l’offensiva terrestre contro i djihadisti in Siria. Una strategia a doppio taglio.
Tralasciando il fatto che l’obiettivo di Obama sarebbe quello di aiutare i ribelli a far cadere il regime di Bashar al Assad (vedi correlati), il fatto di armare i ribelli siriani “moderati” è molto pericoloso.
Primo, in Siria nessun ribelle può essere definito moderato. Secondo, gli oppositori al regime di Damasco sono imprevedibili : nel paese le alleanze si fanno e si disfano ogni settimana.
Ad esempio, pochi giorni fa nei pressi della capitale Damasco la ribellione “moderata” e i djihadisti dello Stato islamico hanno firmato un patto di non aggressione.
Peggio ancora, in passato questi combattenti moderati, stanchi di aspettare un intervento occidentale che non arrivava, non avevano esitato a cambiare campo per raggiungere gruppi islamisti, meglio armati e con maggiori risorse finanziarie a disposizione.
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La responsabilità di avere scelto un Barack Obama come presidente ricade interamente sui cittadini americani.
Ma avevano, effettivamente, la possibilità di scegliere di meglio?
Il sistema non offriva alcuna alternativa possibile, escludendo candidati come Ron Paul dalla competizione elettorale.