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Gli idrocarburi, punto comune delle guerre in Ucraina, Irak, Gaza, Libia e Siria

Secondo il geopolitico messicano Alfredo Jalife-Rahme, la simultaneità degli eventi spiega il loro significato : dopo aver annunciato la creazione di un’alternativa al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale, dunque un’alternativa al dollaro, la Russia deve far fronte all’accusa di aver distrutto il volo della Malaysia Airlines, all’attacco a Gaza da parte di un esercito israeliano sostenuto da inglesi e americani, al caos in Libia e all’offensiva dei djihadisti dello Stato islamico.

In tutti questi terreni operativi, i combattimenti vertono attorno al controllo degli idrocarburi, in cui sin qui il mercato era operato esclusivamente in dollari.

I calendari, gli organigramma, gli schemi informativi e le genealogie sono utili all’analisi geopolitica.

Due giorni prima che il misterioso missile facesse esplodere in aria l’aereo della Malaysia Airlines era terminato il summit dei BRICS.
Un giorno prima del lancio del missile, Obama aveva aumentato la pressione contro la Russia, contro le sue banche e le sue risorse energetiche.
Il giorno in cui il misterioso missile era stato lanciato in Ucraina, il premier israeliano Netanyahou aveva dato ordine al suo esercito di attaccare la Striscia di Gaza.
Come ha dichiarato l’ex presidente americano Bill Clinton, lo ha fatto contravvenendo alle risoluzioni delle Nazioni Unite e mettendosi contro l’opinione pubblica internazionale.

Simultaneamente, scontri di tipo confessionale e per il controllo delle risorse energetiche hanno preso piede in Siria, Irak e Libia.
Due giorni prima del lancio del misterioso missile in Ucraina, in Libia – paese annientato dall’intervento umanitario condotto dalla Gran Bretagna e dalla Francia sotto la supervisione degli Stati Uniti – le milizie ribelli hanno preso il controllo dell’aeroporto di Tripoli, mentre a Benghazi – da dove provenivano le armi destinate ai djihadisti di Siria e Irak – si sono moltiplicati gli scontri fra i clan rivali.

Al di là dell’interconnessione dei flussi di armi tra Libia, Siria e Irak nella regione di al Qaeda/al-Nusra e del nuovo califfato dello Stato islamico, l’essenziale per le multinazionali statunitensi, francesi e britanniche del petrolio, del gas e dell’acqua è controllare le matierie prime della Libia.

L’improvviso voltafaccia dell’Occidente contro il presidente siriano Bashar El Assad è dovuto in gran parte – oltre che ai giacimenti di gas che si trovano lungo la costa mediterranea – ai giacimenti di petrolio siriano. Giacimenti che attualmente sono controllati dal nuovo califfato islamico.

L’interdipendenza fra il petrolio e il gas fa il suo ritorno a Gaza, dove nessuna inchiesta ha stabilito in maniera esaustiva chi sono i veri responsabili dell’uccisione di tre ragazzi israeliani. Un assassinio che è servito come pretesto per l’ennesima invasione israeliana della Striscia di Gaza.

Secondo il geopolitico Manlio Dinucci, del giornale italiano Il Manifesto, i giacimenti di gas di cui è ricca la zona marittima della Striscia di Gaza è uno dei motivi dell’irredentismo israeliano.
Così come i giacimenti di gas di scisto di cui è ricca la Repubblica autonoma di Donetsk, che cerca di staccarsi dall’Ucraina, sono all’origine della guerra psicologica fra i media pro-UE e pro-russi per respingere sull’avversario la responsabilità dell’esplosione dell’aereo della Malaysia Airlines.

Da due mesi il canale televisivo Russia Today sottolinea l’importanza del gas di scisto nella regione di Donetsk (la parte orientale dell’Ucraina che vuole ottenere l’indipendenza) e si chiede se dietro la violenza vi sono gli interessi dei petrolieri occidentali.

Nel febbraio 2013 la compagnia petrolifera britannica Shell aveva firmato con il governo dell’ex presidente Viktor Ianukovitch un accordo di ripartizione dei profitti di una durata di 50 anni per la prospezione e l’estrazione di gas di scisto nella regione di Donetsk.
Secondo Russia Today, i profitti che Kiev non vuole perdere sono tali che il governo ucraino ha intrapreso una campagna militare sproporzionata contro la sua stessa popolazione.

Lo scorso anno la compagnia petrolifera statunitense Chevron aveva firmato un accordo simile, sempre con il governo Ianukovitch, per un valore di 10 miliardi di dollari.

Hunter Biden, figlio del vice presidente americano Joe Biden, è stato nominato nel consiglio di amministrazione di Burisma, il maggior produttore privato di gas in Ucraina.
Devon Archer, ex consigliere del Segretario di Stato americano John Kerry, era stato assunto da Burisma già lo scorso aprile.

(Fonte : voltairenet.org)

Redazione

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