I discorsi dei politici europei che cercano di rassicurare sè stessi e la popolazione sono assurdi, perchè nella Zona euro la crisi economica è ben lontana dall’essere risolta. Lo constata anche l’editorialista Ambrose Evans-Pritchard, in un articolo del 12 agosto nel quotidiano britannico The Telegraph.
“La crisi affligge l’Europa mentre la deflazione peggiora e la Germania è in stagnazione – scrive Evans-Pritchard – Le cifre della Germania, dell’Italia e del Portogallo fanno pressione per un intervento della Banca centrale europea.
Il Portogallo si trova in una profonda deflazione, mentre in Italia l’inflazione è a zero. La Zona euro flirta con la recessione, spingendo questi paesi ancor più nella spirale del debito.
Questo mentre si moltiplicano segni del progressivo rallentamento nel cuore della Zona euro. La stessa Germania è vicina alla recessione. A luglio l’indice tedesco ZEW, barometro della fiducia degli investitori, è sceso dal 27,1 al 8,6, il peggior calo degli ultimi due anni. La BCE deve agire adesso.
I mercati sono stati sorpresi dall’improvviso cedimento dell’inflazione in Portogallo, dal – 0,2 % di giugno al – 0,7 % di luglio. Le previsioni spagnole sono al – 0,3 %. C’è un rischio di disequilibrio e un’inversione di tendenza appare sempre più difficile.
“Assistiamo a una “giapponizzazione” dell’Europa. La BCE deve vedere le ultime cifre come un segnale di pericolo e prepararsi a d usare l’artiglieria pesante – ha commentato Lena Komileva, di G+ Economics – La deflazione fa aumentare il tasso di indebitamento delle economie del sud, rendendo le loro difficoltà ancor più insormontabili.”
La BCE aspetta di vedere se il suo programma di prestiti su 4 anni alle banche metterà fine alla contrazione del credito, per uscire dalla trappola della deflazione “alla giapponese”, ma le attribuzioni avverranno solo in settembre e dicembre.
Secondo alcuni osservatori, l’Europa potrebbe essere in deflazione prima dell’inizio del programma. Non si può aspettare febbraio o marzo del prossimo anno prima di iniziare a pensare a un Quantitative easing.
La banca americana Morgan Stanley avverte che l’economia tedesca si è contratta dello 0,1 % durante il secondo semestre, il che pone il rischio di recessione, mentre le conseguenze della crisi con la Russia iniziano a fare male.
“Lo slancio è stato fermato in maggio e giugno – ha dichiarato Hans Redeker, responsabile del dipartimento divise della banca – Senza credito è molto difficile portare avanti il raddrizzamento della Zona euro. Le imprese non fanno che consumare i fondi propri.”
Per l’Italia si può già parlare di una nuova crisi. Il paese si trova in una recessione di ampia portata. Vi sono timori anche per quanto riguarda il Portogallo, che potrebbe indebitarsi ancora di più con il recupero del Banco Espirito Santo, visto che i possessori di obbligazioni senior saranno protetti. La deflazione spinge Portogallo e Italia in un classico caso di trappola del debito.”
(Fonte : or-argent.eu)
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Tutto questo non sorprende. Si veda p.es. "Perché adottare l'euro è stato un errore" di historicus. C'erano già state delle voci scettiche ancora prima dell'entrata in vigore dell'euro. Il vero "problema" sono tutti gli eurocrati (euro-burocrati) ben pagati, ecc. che dovrebbero tornare a casa loro nel caso di uno smantellamento dell'euro.