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Gli Stati Uniti sapevano dell’arrivo dei djihadisti dello Stato islamico

Settimana scorsa gli Stati Uniti avevano deciso di intervenire militarmente in Irak per arginare l’avanzata dei guerriglieri dello Stato islamico. In luglio, opinione pubblica e governi erano rimasti sorpresi quando i djihadisti di quello che ancora si faceva chiamare Stato islamico in Irak e nel Levante avevano lanciato un’offensiva contro Mossul, la seconda città irachena e proclamato l’intenzione di instaurare un califfato islamico fra l’Irak e la Siria.

Oggi un audit al Congresso americano e documenti ufficiali rivelano che i servizi segreti americani seguivano l’operato di questi djihadisti da almeno due anni e il governo di Washington era informato della maggior parte dei loro progetti e della loro strategia, scrive Jonathan Landay di McClatchyDC sul portale Merced Sun-Star.

Durante l’audit era apparso evidente che Casa Bianca e Pentagono erano perfettamente al corrente del piano dei terroristi dello Stato islamico di usare la Siria come trampolino di lancio per mandare truppe, armi e kamikaze in Irak. A Washington sapevano anche che le forze irachene non sarebbero state in grado di fermarli.

Lo scorso 5 febbraio, quattro mesi prima della presa di Mossul, il Segretario di Stato aggiunto Brett McGurk aveva indicato al Congresso le motivazioni del gruppo terrorista guidato da Abou Bakr al-Baghdadi: causare il crollo dello Stato iracheno e controllare le regioni a ovest di Irak e Siria, il famoso califfato proclamato qualche settimana fa.

Inoltre, di recente McGurk ha indicato che l’amministrazione Obama aveva saputo con tre giorni di anticipo che lo Stato islamico aveva l’intenzione di attaccare Mossul e che non si trattava di un’organizzazione terroristica regionale, ma di un vasto gruppo di guerriglieri addestrati e armati, presenti in quasi metà del territorio iracheno e in un terzo di quello siriano.

Gli ufficiali iracheni e i diplomatici dell’ambasciata americana di Bagdad avevano da subito chiesto l’intervento di droni americani contro le basi dello Stato islamico alla frontiera siriana.

Da più parti viene evocata una politica di negligenza dell’amministrazione Obama. Gli esperti del Pentagono affermano che prima della fine di agosto non termineranno di studiare tutte le possibili opzioni a disposizione per gli Stati Uniti. Ma si tratta di un termine troppo lungo, vista la rapidità dell’avanzata dello Stato islamico e i massacri che sta compiendo nei confronti delle minoranze etniche.

“Abbiamo visto arrivare lo Stato islamico – afferma Ed Royce, deputato alla Camera dei rappresentanti – Quella che era iniziata come una crisi in Siria adesso è diventata un disastro regionale, con gravi implicazioni a livello mondiale.”

(Fonte : express.be)

Redazione

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