Quando scendo dall’alto villaggio (Dalpe) al borgo del fondovalle, di solito ascolto musica. Stamani ho messo su un CD “anni Trenta”.
In quel tempo, mentre la dittatura si avviava verso una terribile guerra e una più terribile guerra civile, il pubblico si deliziava di certe canzonette, accattivanti per la melodia e lo swing, le cui parole potrebbero essere variamente definite come: surreali, bizzarre, grottesche, eccetera. Io privilegio il termine “dementi”. Celebre la “Maramao perché sei morto” laddove inevitabilmente “l’insalata era nell’orto”.
Guarda, guarda, guarda
il bel Pinguino innamorato
col colletto duro e con il petto inamidato…
Va passeggiando per il pack
con un’aria molto chic
molleggiando dolcemente il frac.
Sotto al chiar di luna
va a cantar la serenata
dove fa la nanna
la pinguina innamorata
“Oh, bella figlia dell’amor,
schiavo son dei vezzi tuoi,
io son tutto tuo
se tu mi vuoi!”
Ma il papà della pinguina
esce con la scopa in man:
“Lascia star la mia bambina!
Via di qua, o marran!”
Quatto, quatto, quatto
il bel pinguino innamorato
con il cuor trafitto
s’allontana disperato…
Poi nella notte s’ode un click.
sopra il pack che ha fatto crack
s’è sparato il bel pinguino in frac.
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