“L’impianto Hyst sarà destinato alla lavorazione delle biomasse provenienti dai Paesi Africani che hanno già aderito ufficialmente all’iniziativa, e dai paesi che aderiranno in futuro. Si tratta di una tecnologia italiana, brevettata a livello mondiale, che è in grado di trasformare qualsiasi sostanza vegetale, anche di scarto, in alimenti ad alto profilo nutrizionale e biocarburanti di seconda generazione, con prospettive di utilizzo nei settori della chimica verde e della farmacopea.”
Così recitava il primo comunicato da noi ricevuto in redazione. In sostanza: uno strumento potente per combattere la fame e favorire lo sviluppo, in Africa e nel mondo.
Incuriositi, abbiamo deciso di partecipare e diciamo subito che la giornata si è rivelata molto interessante. Arriviamo in ritardo, superati con fastidio e con pena i tappi di san Martino, la parte meno magnifica del “magnifico borgo”. La sala è piena (ma scoprirò presto che i presenti appartengono quasi tutti all’associazione “Scienza per Amore” che organizza l’evento; nel parcheggio avevo in effetti notato parecchi torpedoni). I posti scarseggiano ma per un giornalista una sedia c’è sempre: un’efficientissima hostess in tailleur mi fa accomodare tra Paolo Attivissimo e un collega che conoscerò: Andrea Finessi del Giornale del Popolo. In prima fila siedono diplomatici di vari paesi africani, addirittura ambasciatori i più alti in grado: Ghana, Somalia, Costa d’Avorio, Tanzania… Sono i personaggi più importanti perché “Bits of Future, Food for All” è un programma concepito per aiutare loro.
Gli oratori si susseguono e illustrano i fini umanitari dell’associazione, le enormi necessità del Terzo Mondo, la macchina prodigiosa “di ultima generazione”, che non si trova a Mendrisio ma in un capannone a Balerna: si potrà visitare e vedere all’opera. Non solo di questo si parla, ovviamente: ma di inchieste, perquisizioni, sequestri (l’impianto di Chignolo Po sigillato, accusato di produrre “veleni”: “Ci hanno fatto perdere cinque anni!”); il rifiuto dei magistrati di ascoltare le ragioni dell’associazione, di far eseguire una perizia; i portali internet bloccati, non c’è fine al travaglio. “Abbiamo deciso di trasferirci in Svizzera, perché questo è un paese democratico!” ci dicono.
Prende la parola il capo, il fondatore, il numero uno di “Scienza per Amore”. Il suo nome è Danilo Speranza, parla principalmente di sé e delle sue vicissitudini, senza nascondere e senza negare (anche perché certe notizie sono di pubblico dominio). È stato indagato, è stato arrestato, incarcerato. Accusato di truffa e di abusi su minori, condannato in primo grado. Sottolinea “primo” ed aggiunge: “In Italia i gradi di giudizio sono tre”. Dopo tutto ciò, si presenta ancora in prima linea, pronto a combattere: un uomo mai domo. Assai ricco, si mormora, e per nulla sprovveduto. “Mi hanno definito “maestro di yoga” ma io sono stato anche docente e giornalista”.
Dopo un’ora mi sento a disagio, incline allo scetticismo ma ancora non disposto a un “pollice verso” senza appello. Vedo con chiarezza che due sono le domande chiave alle quali sarà necessario rispondere: 1) la tecnologia BioHyst funziona o è un’illusione? 2) i fini (reali) e le modalità d’azione di “Scienza per Amore” – fondata nel 2009 ma, in sostanza, proveniente da anni più lontani, gli Ottanta – sono corretti e leciti?
Accanto agli interrogativi fondamentali tante altre domande, più particolari, nascono e si affollano.
— Quali attestazioni scientifiche garantiscono la validità della tecnologia BioHist?
— Si può credere a una persecuzione ordita dalla magistratura?
— La macchina che sarà visitata nel pomeriggio è un prototipo. In quanto tempo gli impianti BioHist potranno essere operativi sul suolo africano?
— Di quali mezzi finanziari dispone l’associazione per realizzare i suoi grandi progetti, e da dove provengono?
— Sono già stati conclusi accordi esecutivi con imprenditori o stati (africani e non)?
— “Scienza per Amore” ha fatto le necessarie notifiche e ricevuto i necessari permessi dalle autorità svizzere? (in particolare il Cantone e i comuni interessati)
— Le vicende giudiziarie che hanno toccato vari esponenti dell’associazione – in particolare il Fondatore Danilo Speranza – a quale stadio si trovano? [continua]
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