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I combattenti dello Stato islamico in Irak e nel Levante vogliono liberare il dhjihadista del canton Argovia

I combattenti dello Stato islamico in Irak e nel Levante conducono da qualche giorno una feroce offensiva in Irak. Una settimana fa hanno attaccato il consolato turco a Mossoul e hanno preso in ostaggio 48 cittadini turchi, fra cui il console, parte del personale diplomatico, soldati delle forze speciali e tre bambini. Ora i rapitori chiedono alle autorità turche uno scambio di prigionieri.

Secondo il domenicale SonntagsZeitung, sarebbero pronti a liberare i 48 ostaggi in cambio di Cendrim, un djihadista di 23 anni che ha vissuto nel canton Argovia e che è sospettato dell’omicidio di tre gendarmi turchi, lo scorso marzo.

I giovane e i suoi complici – un tedesco e un macedone – si trovano in prigione in Turchia, ad Ankara. L’informazione era stata divulgata sabato scorso da diversi giornali del posto. Le autorità locali non hanno ancora reagito alla proposta.

Cendrim, di origini kossovare, non ha il passaporto svizzero ma è cresciuto ed ha vissuto nel canton Argovia. E’ accusato di aver sparato a poliziotti e militari a un posto di blocco vicino a Ulukisla, nel centro della Turchia.
Tre gendarmi erano morti e cinque uomini erano rimasti feriti. Cendrim aveva già passato circa 3 anni in carcere a Lenzbourg (AG) per furto a mano armata. Al suo rilascio era stato espulso dalla Svizzera.

Secondo il portale d’informazione Albinfo.ch, l’uomo sarebbe stato indottrinato all’estremismo islamico dopo aver lasciato la Svizzera, con particolare interesse per la guerra in corso in Siria.

Il sito scrive che circa 800 fra albanesi, macedoni e kossovari provenienti dalla Svizzera potrebbero aver raggiunto le fila dei ribelli siriani.
Dopo aver effettuato l’addestramento militare in Turchia, questi volontari sarebbero stati mandati a combattere in Siria. A causa del forte indottrinamento estremista, molti di loro – come Cendrim – sono poi passati nelle fila dello Stato islamico in Irak e nel Levante.

(Fonte sdesouche.wordpress.com)

Redazione

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  • Un giovane jihadista straniero che è cresciuto in Svizzera non nuoce alla reputazione del Paese più di quanto non lo facciano le infinite strette di mano dei nostri politici con gli omonimi israeliani.

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